“La vice mulatta”: lo scivolone che si doveva evitare

La gerarchia di un quotidiano, periodico, mensile o semestrale che sia, è formata da un Direttore Responsabile, a cui segue un Vicedirettore, un Caporedattore, i Capi Servizi, i Redattori e i Grafici. Ovviamente al vertice di tutto c’è chi lo ha fondato.

Rivedendo la scala gerarchica sopra indicata ci è facile comprendere come un articolo, prima di essere pubblicato, abbia  bisogno del così detto lascia passare; quindi il Redattore scrive l’articolo, il Capo Servizio lo supervisiona, il Caporedattore lo accetta, il Vicedirettore lo riesamina per l’ultima volta e il Direttore decide se autorizzarne o meno la pubblicazione. Qualcosa però, anche questa volta, nella Redazione di Libero, quotidiano fondato da Vittorio Feltri e diretto da Pietro Senaldi, probabilmente non ha funzionato.

Due i pezzi firmati e pubblicati da Sallusti e Socci e annunciati da un titolo a dir poco agghiacciante: “La vice mulatta ha già rubato la scena a Biden”. Su chi sia la Vice mulatta, non è necessario spendere ulteriori parole, mentre è giusto sottolineare l’ennesimo scivolone che porta Libero al centro dell’ennesima bufera mediatica; in realtà, oramai, siamo abituati a queste fuoriuscite da parte di Feltri e del suo giornale ( nel 2017 scrisse “La vita agrodolce di Virginia Raggi. Patata Bollente”)  venendo condannato per sessismo; nel 2019 altro titolo “Calano fatturati e Pil, ma aumentano i gay”) . Tuttavia, se è vero che errare è umano (e come tale giustificabile),  perseverare è diabolico, come recita una nota locuzione latina che si rintraccia nelle Filippiche di Cicerone.( XII 2, 5; Qualsiasi uomo può cadere in errore, ma solo l’insipiente persevera in esso).

Vittorio Feltri e i suoi colleghi , tuttavia, probabilmente, sono convinti della “bontà”  del loro pezzo e il fondatore di Libero è certamente pronto  a presentarsi agli occhi dei suoi lettori  come misogino, omofobo ed ora anche razzista, almeno  a quanto pare di comprendere con l’articolo apparso oggi su Libero.

Viene da pensare che, nel caso in cui la legge contro l’omolesbobitransfobia e la misoginia dovesse essere approvata,  certi articoli o meglio certi titoli, forse difficilmente riuscirebbero ad essere pubblicati. Ognuno è Libero di pensare e dire ciò che pensa, ma sempre nel rispetto della dignità della persona. 

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it