Le associazioni dicono NO a far rientrare gli OGM in Italia

Gli OGM, dopo 20 anni fuori dall’agricoltura italiana, rischiano di tornare ad inquinare i nostri campi ed i nostri piatti. Ci sono infatti nella proposta, ora in discussione alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, dei  provvedimenti dentro i quali si potrebbe nascondere la tecnica di ricombinazione genetica che la Corte di Giustizia UE equipara ai tradizionali OGM.

Le associazioni di settore, da Greenpeace a Aiab, ovviamente lanciano un grido di allarme sul fatto che, senza troppi giri di parole, si vorrebbe infatti permettere l’ingresso in Italia di nuovi OGM in ambito frutticolo, vitivinicolo e delle sementi orticole, comparti fondamentali del sistema agricolo nazionale. Grazie all’attenzione di agricoltori informati e alla sensibilità di alcuni parlamentari si è venuti a sapere della discussione, che le associazioni non faticano a definire come un vero e proprio blitz a ridosso delle ferie natalizie e in un periodo oggettivamente difficile per comunicazioni e confronto.

Le associazioni dichiarano: “Temi del genere vanno discussi apertamente, nel rispetto della volontà dei cittadini e con trasparenza. Le proposte trattano in modo confuso temi complessi e delicati, tanto che si potrebbe pensare a una scarsa conoscenza della materia da parte dell’estensore. Si cerca infatti di regolamentare la commercializzazione in Italia di materiali geneticamente modificati (OGM) di cui è vietata la coltivazione, quindi la vendita. Peraltro in attesa di un quadro armonizzato in Europa alla luce della sentenza delle Corte di Giustizia Europea del 25/7/2018 e senza che sia ancora stato definito in maniera chiara il dispositivo normativo. Ci sono molti delicati aspetti da chiarire non ultimo il divieto di coltivazione e l’obbligo di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti derivanti”.

Se si perdesse la qualifica di “OGM-free” dall’agricoltura italiana ci sarebbero conseguenze economiche inimmaginabili oltre alla perdita di fiducia, credibilità e qualità del comparto agroalimentare.

Anche Altragricoltura BIO e ACU denunciano la gravità della situazione, a sostegno di Cambia la Terra, coalizione che raccoglie FerderBio, Legambiente, Lipu, ISDE – Medici per l’Ambiente e WWF L’intento delle associazioni è quello di  far capire la decisa opposizione che si sta levando ovunque e fermare la strategia di svendita del patrimonio agricolo italiano, del paesaggio e della biodiversità

 

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