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Lecce, falegname ucciso a giugno: arrestati due donne e un uomo

Stamattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce hanno arrestato 3 soggetti, di cui 2 donne. Hanno inoltre notificato un’informazione di garanzia a carico di un quarto soggetto. Sono contestati i reati, in concorso, di omicidio aggravato e rapina aggravata.

L’indagine fa luce sull’omicidio del falegname in pensione Donato Montinaro. Il fatto è avvenuto a Castri di Lecce l’11 giugno 2022. In quel giorno venne rinvenuto cadavere nella sua abitazione, legato, imbavagliato e con segni di percosse.

Larticolata attività investigativa fatta di intercettazione e da conseguenti e concomitanti servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito agli inquirenti di identificare i soggetti ritenuti responsabili, in concorso, della rapina e dell’omicidio dell’anziano uomo.

Il “gancio” era una delle due donne. Solo lei conosceva Montinaro

Numerosi e convergenti sarebbero gli elementi indiziari raccolti dagli investigatori dell’Arma. Dalla loro disamina nel corso della tempestiva e mirata attività d’indagine svolta, sembrava evidente che una delle due donne, unica persona in relazione con la vittima, essendo probabilmente a conoscenza delle disponibilità di denaro contante possedute dall’anziano, avrebbe pianificato ed eseguito, con la complicità dei rimanenti indagati, una rapina. Questa si sarebbe poi conclusa col brutale omicidio, intervenuto a seguito di asfissia da soffocamento diretto per azione combinata di imbavagliamento, incappucciamento e strangolamento con indumenti, lenzuola e nastro adesivo.

Secondo quanto ricostruitio, g
li indagati si sono introdotti nell’abitazione e avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima legandola mani e piedi. Infine si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con loro anche un utensile agricolo e una somma di denaro in contanti, non quantificata, che avrebbero prelevato dall’abitazione dell’anziano.

Il delitto ricostruito anche dai filmati della videosorveglianza

Significativi spunti sarebbero stati forniti anche dalle immagini immortalate e acquisite dagli impianti di videosorveglianza presenti su tutto il territorio provinciale. Si tratta di un’area senz’altro molto vasta, ma nella quale, mettendo a sistema orari, passaggi e celle telefoniche agganciate dai telefoni degli indagati, sarebbe stato possibile fare ordine sui tasselli raccolti e ricomporre il puzzle per la risoluzione del caso.

Ancora, nel corso dell’attività investigativa sarebbe emerso che le due donne, erano solite ricercare anziani benestanti ai quali richiedere somme di danaro in cambio di intrattenimenti telefonici ed altro, dimostrando così la loro buona attitudine ad interagire psicologicamente sugli ignari clienti.

 

(foto di Pixabay)

Autore:

Redazione

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