L’educazione finanziaria nel segno di un’efficace tutela della clientela

Mentre si moltiplicano a livello internazionale (Commissione Europea, le tre Authorities di Vigilanza, EBA , ESMA ed EIOPA) le iniziative finalizzate a una riconsiderazione della Direttiva MIFID2 in termini di aggiornamenti e adeguamenti normativi, anche alla luce delle nuove forme di operatività su piattaforma, nel nostro Paese la celebrazione del mese dell’educazione finanziaria è costellata da eventi finalizzati a valutare le azioni di miglioramento del suo livello e a presentare proposte  orientate a un maggior grado di consapevolezza della clientela consumatrice di prodotti bancari e finanziari .

Si accendono, pertanto, i riflettori sulle criticità che caratterizzano, tuttora, i rapporti tra intermediari finanziari e consulenti finanziari da un lato  e clienti dall’altro.

Uno dei temi spesso evocati in queste analisi riguarda la  cosiddetta profilatura del cliente, che si realizza attraverso la compilazione di un questionario previsto dalla MIFID con cui si raccolgono informazioni sul livello di conoscenza e di esperienza del cliente, sui suoi obiettivi di investimento e sulla sua propensione al rischio.

Ebbene, è, proprio, su questo specifico versante, come messo bene in evidenza dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie – ACF nei suoi documenti ufficiali, che si riscontrano non poche “cattive abitudini”. Basti ricordare, ad esempio, l’innalzamento strumentale del profilo di rischio del risparmiatore, pur in assenza di elementi fattuali giustificativi, effettuato al solo scopo di rendere compatibile l’offerta di prodotti finanziari più rischiosi; oppure la mancanza di un’adeguata valutazione dell’età avanzata del cliente, come fattore inibente la proposta di investimenti a lungo termine, o con un livello di rischio più elevato e, comunque, incompatibile con gli obiettivi conservativi di capitale, che, tradizionalmente, contraddistinguono questa fascia di risparmiatori.

Altro aspetto, che costituisce un ricorrente punto dolente, come sottolineato spesso da ACF, la necessità di fornire al cliente un’informazione rafforzata e ancor più dettagliata in caso di prodotti illiquidi, attirando l’attenzione del risparmiatore sulle modalità e sulla tempistica reale del loro mobilizzo.

E, infine, come dimenticare l’importanza  per i prodotti preassemblati del KID, il foglietto informativo che, nel breve spazio di due pagine, ne deve illustrare le caratteristiche in modo chiaro e comprensibile, soprattutto, per quanto attiene il loro livello di rischiosità e il costo complessivo?

Sono solo tre esempi di come la configurazione prossima futura dei mercati finanziari dovrà sempre più prevedere un investitore informato e consapevole delle scelte da effettuare, nel segno di una trasparenza complessiva, ingrediente indispensabile per un reale sviluppo socio – economico collettivo. Una sfida appassionante, che richiede un impegno severo e costante da parte di tutti i protagonisti.

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