Scioccante la confessione di Mariano Cannio, il 38enne accusato dell’omicidio del piccolo Samuele. Ha dichiarato: “Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone …. giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo…”. Prosegue dicendo: “Sono fuggito a casa e sono andato a mangiare una pizza nella Sanità”.
Nelle dichiarazioni che ha reso la sera di venerdì, Mariano Cannio, affermava di avere avuto un capogiro prima di lasciar cadere Samuele nel vuoto: “…fuori al balcone, avendo sempre il piccolo in braccio, e appena uscito in prossimità della ringhiera, ho avuto un capogiro. Mi sono affacciato dal balcone mentre avevo il bambino in braccio perché udivo delle voci provenire da sotto a questo punto lasciavo cadere il bambino di sotto”.
Il gip Valentina Gallo, che oggi ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Mariano Cannio, ha ravvisato il pericolo di fuga.
Mantiene uno stretto riserbo l’avvocato Mariassunta Zotti che da qualche ora ha assunto la difesa di Mariano Cannio.