Ministeriale ESA: grande salto dell’Italia nello Spazio

Il Consiglio Ministeriale dell’ESA si è concluso ieri con risultati lusinghieri per l’Italia. L’investimento totale italiano, infatti,  sui 5 anni ci colloca al 18.2%, a ridosso della Francia con il 18.9% e della Germania con il 20.8%, mentre l’Inghilterra, quarta, è solo all’11.2%.

Il contributo italiano sui programmi opzionali dell’ESA per i prossimi 3 anni ci pone  al primo posto assoluto per la prima volta nella storia.

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato a Parigi la nuova classe 2022, dopo la selezione avviata nel 2021. Fra i nuovi astronauti e astronaute figurano 6 di ruolo e 11 di riserva. Nel secondo gruppo rientrano due italiani: Andrea Patassa, 31 anni, di Spoleto (Perugia) e Anthea Comellini, 30 anni, di Chiari (Brescia).

I nuovi candidati e candidate ESA  prenderanno servizio presso il Centro Europeo Addestramento Astronauti a Colonia, in Germania e, dopo aver completato i 12 mesi di addestramento base, saranno pronti per accedere alla successiva fase di addestramento per la Stazione Spaziale.

Due giorni di intense negoziazioni e molti rounds di sottoscrizione che ci hanno portato ad ottenere una solida opportunità di partecipazione per la nostra completa filiera industriale e della ricerca ai programmi dell’ESA, praticamente in ogni settore. In particolare, nell’Esplorazione Umana e Robotica, nell’Osservazione della Terra e nel Trasporto Spaziale l’Italia conferma la sua leadership europea.

Il Presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia, ha inoltre ricevuto la lettera di garanzia dal DG dell’ESA per il volo di un astronauta di nazionalità italiana sul Gateway lunare e l’assegnazione di due italiani nella riserva del corpo degli astronauti europei.

“Questa intesa è cruciale”. – ha detto al termine degli incontri di Parigi il Ministro Urso –  “nel contesto della futura strategia spaziale europea, oggi al centro della ministeriale ESA, anche alla luce degli effetti causati al settore dal conflitto in Ucraina e per rispondere adeguatamente alla concorrenza americana e alla sfida cinese. Così si costruisce l’autonomia strategica europea su un settore in cui si decidono i futuri equilibri globali” – ha concluso il ministro.

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Redazione

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