Natale De Grazia, ufficiale della Guardia Costiera vittima del clan delle “navi a perdere”

Natale De Grazia è stato un Capitano di Fregata della Guardia Costiera italiana, insignito della Medaglia d’Oro al valor di Marina alla memoria.Tra il 1984 e i 1991 presta servizio prima presso la Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina  e quindi al Compartimento Marittimo di Reggio Calabria. Nel 1991 assume il Comando del Circomare di Carloforte, in provincia di Cagliari.
Ha preso il via ieri la seconda edizione del Salone Nautico di Venezia.  Per l’occasione, è giunta nel capoluogo veneto la Nave CP 420 “Natale De Grazia“, intitolata alla memoria dell’ufficiale deceduto nel 1995. L’unità S.A.R. della Guardia Costiera della nuova classe “Angeli del Mare” sarà ormeggiata all’interno dell’Arsenale per tutta la durata dell’evento. Fino al 6 giugno, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19, la nave sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Chi era il Capitano di Fregata della G.C. Natale De Grazia

Dal 1994  De Grazia è al Compartimento di Reggio Calabria dove collabora attivamente con in pool investigativo della Procura relativamente al traffico di rifiuti tossici radioattivi su espressa richiesta del Procuratore Capo dottor Francesco Scuderi, ritenendo preziosa ed essenziale la collaborazione.

Il 12 dicembre del 1995,  si mette in viaggio diretto a La Spezia, insieme a due carabinieri, per rendere importanti dichiarazioni in Tribunale in merito alle predette indagini.

Dopo aver sostato e cenato in un ristorante a Campagna in provincia di Salerno e aver ripreso il viaggio, ad 1 km dal casello il Comandante De Grazia si sente male e muore  poco dopo sull’autostrada Salerno – Reggio Calabria, nel Comune di Nocera Inferiore.  Il certificato di morte attribuisce la causa del decesso ad un arresto cardio-circolatorio, ma i dati dell’esame autoptico,  trasmessi alla famiglia solo dopo dieci anni dalla morte,  stabiliscono  che il decesso è dovuto a una causa tossica.

Secondo il pentito  Francesco Fonti, audito in sede di Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, il Capitano di Fregata De Grazia sarebbe stato ucciso in ragione delle indagini da lui condotte relative allo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Il pentito ritenne che vi fosse un legame tra  l’uccisione di De Grazia e l’assassinio di Ilaria Alpi   avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994, esattamente l’anno precedente.

Dopo la sua morte le indagini sulle cosiddette “navi a perdere“subirono un duro colpo e il pool investigativo verrà sciolto poco dopo senza che le indagini vengano più riprese. I risultati del lavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia fino al momento della sua morte sono contenuti nei fascicoli dell’inchiesta giudiziaria sull’affondamento della nave Rigel e altri  nel fascicolo “navi a perdere”, presso la Procura di Reggio Calabria. Indagine è stata archiviata nell’anno 2000.

Risulta documentato che il capitano Natale De Grazia aveva trovato nella casa di un noto faccendiere investigato per smaltimento illecito di scorie radioattive, un’agenda con l’appunto “Lost the ship” (la nave è persa) il giorno 21 settembre 1987, il giorno in cui è affondata la nave Rigel. Quel giorno, secondo quanto stabilito dalla Internationa Maritime Organization è affondata soltanto quella nave.

La Commissione Parlamentare sul ciclo dei rifiuti concluderà che riguardo alla morte di Natale De Grazia “si può riconoscere solo la causa tossica”; riguardo alle tecniche utilizzate durante l’autopsia per rilevare tracce di avvelenamento, la Commissione scrive: “Tutte le altre tecniche descritte come la spettrofotometria U.V., la cromatografia su strato sottile (TLC), l’estrazione secondo la tecnica di Stass-Otto, il metodo di Felby per la ricerca degli oppiacei,  sono (e lo erano anche nel 1995) tecniche obsolete, dotate di scarsa o nulla specificità e/o sensibilità e che nessun tossicologo applicherebbe per l’accertamento di una eventuale intossicazione o avvelenamento”.

La nuova unità della Guardia Costiera CP 420 Natale De Grazia

Riconoscimenti attribuiti al Comandante Natale De Grazia

  • Il Comune di Amantea ha intitolato al capitano Natale De Grazia il lungomare della città. L’intitolazione era stata chiesta con sollecitazione del Comitato Civico Natale De Grazia e di altri cittadini con missiva del 19 luglio 2009, indirizzata alla Commissione Straordinaria che ha amministrato la città dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose.  Il 24 ottobre 2010,  in occasione della manifestazione nazionale “Basta Veleni”, è avvenuta l’intitolazione ufficiale del lungomare di Amantea a Natale De Grazia.
  • Nel 2004 nasce ad Amantea il comitato contro le navi dei veleni intitolato “Comitato Civico Natale De Grazia”
  • Il Comune di  Amantea ha dedicato il lungomare a “Natale De Grazia”
  • La storia del capitano De Grazia e delle sue indagini viene raccontata in “Natale De Grazia. Le navi dei veleni”, scritto dal giornalista Enzo Mangini.
  • Nel 2017, il 7 settembre, su Rai Uno  viene trasmesso un docu-film su Natale De Grazia.
  • Gli viene intitolato anche il Lungomare di Gallico (RC)
  • Il 12 dicembre 2020 a Messina, la Guardia Costiera vara la CP420 “Natale De Grazia”

 

Autore:

Redazione

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it