Domenica 30 lancette un’ora indietro: torna l’ora solare

Torna l’ora solare in Italia. Nella notte tra sabato 29 ottobre e domenica 30 ottobre 2022 si cambia: bisognerà spostare le lancette dell’orologio un’ora indietro alle 3 del mattino. La modifica consentirà di dormire nell’immediato un’ora in più. Parallelamente, si perde un’ora di luce naturale mentre ci si avvia verso la seconda parte dell’autunno e quindi verso la stagione invernale. L’ora solare rimarrà in vigore fino a domenica 26 marzo 2023, quando verrà ripristinata l’ora legale.

Per ora, la proroga della ora legale per un altro mese – quindi fino a novembre inoltrato – rimane solo un’ipotesi. Agli atti, in un contesto in cui i costi dell’energia sono un tema di primo piano, l’appello sulla rivista Lancet Regional Heath Europe dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit insieme ai rappresentanti delle istituzioni e della società civile, corredato da 58.000 sottoscrizioni di cittadini raccolte in una sola settimana grazie ad una petizione sul sito change.org.

Nell’appello Sima, Consumerismo, esperti, rappresentanti della politica, delle istituzioni e della società civile chiedono al Governo una temporanea sospensione del passaggio all’ora solare almeno fino al 30 novembre.

La  Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit in poche settimane hanno raccolto 265.000 firme a una petizione per il mantenimento dell’ora legale. “Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare – spiegano il presidente Sima, Alessandro Miani, e il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi”.
I presidenti delle due associazioni chiedono al Premier, Giorgia Meloni, “di trovare il modo di congelare per un mese il passaggio all’ora solare, previsto per il 30 ottobre, dando così modo al gestore della rete elettrica di verificare sul campo il reale risparmio ottenibile in termini economici e ambientali. Oltre al risparmio energetico, che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l’anno basati sui dati Terna a oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023 – spiegano – si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di Co2, equivalenti a quella assorbita piantando 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria“.

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Redazione

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