Per le banche europee questa è una settimana veramente cruciale

C’è grande attesa sui mercati per conoscere i rinnovati piani di capitale delle banche europee. Infatti, in tutti gli istituti di credito dell’Unione Europea si stanno riconsiderando questi piani capitale, all’indomani della decisione assunta venerdì scorso dalla Banca Centrale Europea di non prolungare la misura che impediva loro fino al 30 settembre il pagamento di dividendi e il riacquisto di proprie azioni. Una misura, che era stata presa in pieno scoppio della pandemia da Covid ’19 nel marzo del 2020 e che, poi, era stata prolungata nel tempo, con alcune specificità operative, per l’intero anno scorso e, successivamente, per i primi nove mesi del 2021.

La decisione della BCE è certamente importante, sia per la sua entità – basti ricordare i 20 miliardi di cedole iscritti nei bilanci  del 2020 e ivi congelati, sia per un riequilibrio concorrenziale operato nei confronti delle banche di oltre Atlantico e di oltre Manica, che, ormai da tempo godono di una situazione di libertà da questo tipo di restrizioni, attirando, quindi, masse via via più cospicue di denaro alla ricerca di investimenti profittevoli e relativamente sicuri.

La crucialità della settimana per le banche europee non si esaurisce, peraltro, in questo sia pur importante aspetto, ma è legata, anche e soprattutto, ai risultati degli stress test applicati dall’Autorità Bancaria Europea – EBA, che verranno resi noti questo giovedì 30 luglio. Si tratta di un esercizio condotto su 50 banche di cui 38 significant (ossia con un totale di attivo da 30 miliardi di euro in su) pari al 70% degli attivi del settore bancario nell’area euro. Un esercizio, che prevede simulazioni di andamento, utilizzando due scenari macroeconomici: il primo di base elaborato dalla  BCE, l’altro, invece, messo a punto dal Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, di carattere particolarmente avverso.

La pubblicazione di questi dati consentirà di vagliare in modo più appropriato lo stato di salute di queste banche sotto il profilo patrimoniale e il loro grado di resistenza all’ accadere di fenomeni negativi, sia previsti e in una certa misura già scontati (è il caso dello smaltimento dei nuovi crediti deteriorati) sia di quelli imprevedibili e/o, comunque, legati al verificarsi di condizioni estreme.

La seconda conseguenza della conoscenza di questi dati si concretizzerà nell’orientamento assunto dalla Vigilanza Europea nei confronti dei piani di capitale delle singole aziende bancarie, che verranno ad essa inviati, prima di essere diffusi sul mercato. Un orientamento, che sarà inevitabilmente influenzato dagli esiti degli stress test e che, quindi, spiega da un lato il fervore operativo all’interno di ogni banca per la messa a punto del nuovo piano capitale, dall’altro l’attuale fibrillazione del mercato, in attesa di capire se il sentiero di normalizzazione post Covid’19 potrà essere effettivamente percorso senza indugi.

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