Kosovo, alta tensione nel nord del Paese

Scontri armati in Kosovo, unanime condanna della UE

L’Unione Europea ha condannato con la massima fermezza possibile gli scontri armati e ke violenze che si sono verificati ieri a Zvecan. L’Alto Rappresentante dell’UE, Josep Borrell, ha detto in in twitt che “Gli atti commessi contro le truppe della missione Nato in Kosovo (KFOR ), i media, i civili e la Polizia  sono assolutamente inaccettabili“.

Borrell, in merito agli scontri avvenuti nel nord del Kosovo ha inoltre precisato che  “L’Ue esorta le autorità del Kosovo e i manifestanti a ridurre le tensioni immediatamente e senza condizioni. Ci aspettiamo che le Parti agiscano in modo responsabile e trovino immediatamente una soluzione politica attraverso il Dialogo“.

La situazione di conflitto tra le etnie serba e albanese, attiva da sempre nel nord del Kosovo, non è mai stata risolta. La pace tra serbi e albanesi è stata imposta con l’uso delle armi da parte della NATO,  intervenuta nel 1999 su ordine dell’allora Presidente USA, Bill Clinton, a senza un mandato delle Nazioni Unite e  per porre fine ad una guerra fratricida che aveva già seminato migliaia di vittime tra la popolazione civile.

La presenza del contingente militare armato KFOR della Nato è stata sino ad oggi l’unica garanzia per il mantenimento della pace e la convivenza tra le due etnie. Nel merito  è stata molto efficace la capacità di mediazione e protezione della popolazione civile  da ogni atto di violenza tra le due etnie, dimostrata da tutti i Contingenti presenti nella KFOR, ma in particolare, come riconosciuto unanimamente dalle Autorità’  locali, quella svolta quotidianamente dai militari del Contingente delle Forze Armate italiane, a cui compete oggi il Comando della KFOR e che operano nel Paese, sin dall’inizio della missione NATO.

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