Scoperti imprenditori dell’e-commerce. Vendite per oltre 630 milioni di euro

A seguito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pescara, finalizzate ad accertare reati di evasione fiscale, in particolare in materia di I.V.A., nel settore dell’e-commerce, il Nucleo di Polizia economico finanziaria di Pescara e il Nucleo Speciale Entrate di Roma hanno scoperto oltre 100 operatori economici che hanno effettuato vendite, attraverso piattaforme online, non dichiarate al Fisco per un totale superiore ai 330 milioni di euro, in due anni.

Le attività investigative hanno consentito, nello specifico, di individuare un centinaio di soggetti residenti e una decina di soggetti esteri che hanno venduto beni a privati consumatori in evasione di imposta, superando le soglie di punibilità previste per i reati di dichiarazione infedele.

Nell’ambito della stessa attività investigativa, inoltre, è emersa la posizione di ulteriori 750 soggetti esteri, al momento privi di un identificativo fiscale italiano, che avrebbero effettuato, tramite marketplace, cessioni di beni per quasi 600 milioni di euro.

Per rintracciare queste imprese sono stati attivati i canali di cooperazione internazionale, anche per scongiurare, come evidenziato in numerose esperienze operative già condotte dai Reparti del Corpo, che le stesse, dopo aver effettuato numerose vendite, si rendano irreperibili, così sottraendosi, in caso di evasione, all’attività di recupero delle imposte dovute, con pregiudizio dell’Erario e delle altre imprese rispettose delle regole

Parallelamente , nell’ambito dell’attività di presidio del “territorio virtuale” finalizzata a individuare possibili fenomeni evasivi, il Nucleo Speciale Entrate di Roma ha sviluppato una più ampia analisi di rischio fiscale nel settore dell’e-commerce, valorizzando le informazioni presenti nelle banche dati disponibili nonché i dati ed elementi comunicati dai gestori di alcuni marketplace.

L’attività di analisi, intensificata durante il periodo pandemico in ragione del significativo incremento registrato nelle vendite online, ha già fatto emergere in aggiunta alle ipotesi di rilevanza penale e per le stesse annualità oggetto delle citate indagini di polizia giudiziaria, violazioni fiscali commesse da innumerevoli imprenditori (italiani e stranieri) che hanno effettuato cessioni di beni in Italia, utilizzando “vetrine virtuali”, pari a quasi 300 milioni di euro non dichiarate al Fisco che saranno oggetto di attività di verifica e recupero.

La collaborazione tra il Nucleo di Polizia economico finanziaria di Pescara e il Nucleo Speciale Entrate ha fatto emergere complessivamente vendite occultate all’erario per oltre 630 milioni di euro.

 

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