SIMEU, De Iaco: “Non ce la facciamo più, Giorgetti scelga quali pronto soccorso e ospedali chiudere”

“A questo punto il ministro Giorgetti scelga quali pronto soccorso e ospedali chiudere. Perché così non ce la facciamo più. Non stiamo chiedendo soldi per noi, ma risorse per la sanità”.

Queste le parole di Fabio De Iaco, presidente Simeu (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza), che intervistato da Adnkronos Salute ha lanciato un appello al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha definito “complicata” la prossima manovra di Governo.

“Vengo da due notti di seguito in pronto soccorso perché devo pur far riposare i colleghi – ha rimarcato De Iaco – quello che è vergognoso è che ci sono medici cosiddetti ‘gettonisti’ che possono guadagnare di più e lavorare di meno, mentre nella stessa struttura ci siamo noi che ci danniamo l’anima in pessime condizioni e con turni massacranti. Se è vero che questo Paese ha bisogno di grandi opere monumentali come un ponte, il più monumentale dei lavori è – conclude – garantire una sanità equa ed efficiente per tutti i cittadini italiani”.

Anche Francesco Cognetti, coordinatore del Forum delle Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Adnkronos Salute, soffermatosi sui 4 mld in più richiesti per la sanità, dicendo che questi fondi “non sono nulla e non risolvono nessun problema del Ssn, possono tutt’al più essere sufficienti per l’incremento delle spese energetiche e per l’aumento dell’inflazione, come più volte affermato dalle Regioni. Purtroppo – ha affermato Cognetti – il nostro Paese eredita una situazione di deficit per la sanità e le responsabilità non sono di questo Governo, ma dei governi che si sono succeduti almeno negli ultimi 10 anni e che hanno determinato, con un rilevante definanziamento della sanità, un collasso significativo delle attività e delle prestazioni assistenziali. L’Ocse ha valutato che per l’Italia servirebbero ben 25 miliardi di euro in più all’anno. Quindi, oggi, sono necessari ben altri strumenti e risorse per rilanciare la sanità”.

(foto da Pixabay)

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