Studio italiano: antinfiammatorio riduce mortalità su forme gravi Covid

Uno studio dell’Ospedale San Raffaele, pubblicata su “The Lancet Rheumatology” dimostra che è possibile spegnere la “tempesta citochinica” che colpisce i pazienti con forme gravi di Covid-19. L’inibitore di Il-1 anakinra riduce infatti la mortalità nei malati gravi.

Lo studio indica la superiorità terapeutica del farmaco antinfiammatorio anakinra rispetto a tocilizumab e suggerisce l’importanza del trattamento precoce.

Dall’Irccs riferiscono: “Anche questa sperimentazione è parte del maxi studio osservazionale Covid-19 che ha incluso 1.400 pazienti ricoverati per Covid, avviato nel marzo scorso al San Raffaele. Con il coordinamento di Fabio Ciceri, Direttore scientifico dell’Istituto e primario dell’Unità di Ematologia e Trapianto di midollo. E di Alberto Zangrillo, Direttore delle Unità di Anestesia e Rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare e prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele”.

Spiegano gli autori del lavoro: “Lo studio mette a confronto per la prima volta l’efficacia di due diversi tipi di antinfiammatori  su pazienti con forme gravi di Covid-19. L’inibitore di Il-1 anakinra e gli inibitori dell’interleuchina-6 (Il-6) tocilizumab e sarilumab. Secondo i risultati, a differenza di questi ultimi due farmaci solo anakinra ha prodotto una riduzione sostanziale della mortalità. Lo studio dimostra anche la necessità di intervenire in modo tempestivo, dal momento che i pazienti trattati prima sono anche quelli che hanno avuto la prognosi migliore”.

Proprio il San Raffaele è stato il primo Istituto al mondo che ha testato l’efficacia di anakinra. É un farmaco utilizzato abitualmente per l’artrite reumatoide e altre gravi patologie infiammatorie. L’intuizione è frutto di una expertise unica al mondo nel campo delle terapie che interferiscono con Il-1.

L’importanza dello studio

Il Professor Cavalli, primo autore del lavoro, spiega: “Il fatto che Il-1 sia un target terapeutico vincente è probabilmente dovuto al fatto che questa molecola precede il rilascio di Il-6. Ciò significa che con anakinra interveniamo in modo mirato a monte della cascata dei segnali infiammatori”. Poi precisa: “I dati del nostro studio, il primo a comparare tra loro i due trattamenti, mettono ulteriore chiarezza sull’efficacia di questo approccio”.

Un’altro esperto, Dagna, sottolinea: “L’obiettivo della ricerca clinica su Covid-19 è andare, sempre di più, verso una personalizzazione delle terapie. Non solo rispetto alle diverse categorie di pazienti, ma anche alle diverse fasi di malattia. Anakinra costituisce, se somministrato al momento giusto e ai pazienti giusti, un ulteriore strumento per evitare le progressioni più pericolose dell’infezione da Sars-CoV-2. Stiamo in questi giorni avviando uno studio randomizzato internazionale che ancor meglio sostanzierà l’efficacia e la sicurezza di questa molecola nei pazienti con Covid-19″.

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