Taranto – Questa mattina, sono state applicate due ordinanze di misure cautelari emesse dal Tribunale di Lecce e dal Tribunale per i minorenni di Taranto su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nei confronti di 16 persone ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso, danneggiamenti, rapine, detenzione e porto illegale di armi e munizioni, anche da guerra, aggravati dal metodo mafioso.
L’operazione è stata eseguita dai Carabinieri del ROS, con il supporto del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, del 6° Elinucleo di Bari, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia. Le indagini che hanno condotto all’arresto, sono iniziate nel 2018 per il triplice omicidio di Palagiano e l’omicidio del pregiudicato Francesco Galeandro, avvenuto a Pulsano nel 2016.
Queste, hanno permesso di documentare esistenza e operatività di un sodalizio mafioso attivo nei comuni di Pulsano, Leporano ed altre aree della provincia di Taranto, capeggiato da Maurizio Agosta federato al clan Locorotondo di Crispiano.
Tra gli indagati colpiti da misura cautelare, è stato contestato il delitto di partecipazione ad associazione di tipo mafioso. Un indagato, minore all’epoca dei fatti, è stato colpito dal provvedimento cautelare emesso dal Tribunale per i Minorenni di Taranto, poiché ritenuto partecipe dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Le investigazioni, oltre a definire ruoli e funzioni all’interno del sodalizio mafioso, hanno permesso di accertare come Agosta, benché recluso, sia riuscito a impartire dal carcere le linee d’azione ai reggenti, Soprano Piero e Costanzo Domenico. Entrambi, hanno provveduto alla direzione delle attività illecite sul territorio.
Tra le attività illecite, oltre a numerose rapine agli esercizi commerciali della zona, anche: narcotraffico e spaccio di cocaina e hashish nell’area di Pulsano e Leporano. Dalle indagini, è emersa anche l’infiltrazione del clan Agosta nelle amministrazioni locali con lo scopo di condizionare i processi decisionali. In particolare, durante le elezioni politiche del 2019, il clan in questione, ha stretto un patto politico-mafioso con i candidati Daniela Vestita e Antonio Azzolio.
Oltre alle misure cautelari, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e rapporti bancari emesso dal Tribunale di Lecce per un ammontare complessivo di circa mezzo milione di euro.