Processo con rito immediato per Bleona Tafallari, ribattezzata la “leonessa dell’Isis. Ne ha fatto richiesta il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili,
Tafallari è la 19enne kossovara, domiciliata a Milano, arrestata lo scorso 17 novembre per terrorismo internazionale. L’arresto avvenne a seguito di un’indagine coordinata dal PM Leonardo Lesti e condotta dalla Digos.
La ragazza avrebbe abbracciato il radicalismo di matrice jihadista. Poi avrebbe fatto attività di arruolamento e proselitismo, anche tra minorenni. Inoltre pare che non avesse mai nascosto l’ambizione di andare a combattere nelle zone di guerra contro il “nemico occidentale”. Lo scorso gennaio si è sposata con un “mujaheddin” di 21 anni kosovaro e imparentato con l’attentatore di Vienna Kujtim Fejzula.
L’appartenenza all’ISIS di Tafallari sarebbe già da tre anni. In particolare avrebbe fatto parte, assieme al marito (che stava in Germania), di una sua costola, ossia il gruppo chiamato i ‘Leoni dei Balcani’.
Sul telefono della 19enne, trovati oltre 7.000 tra audio, video e immagini, alcune dell’agenzia di comunicazione dello Stato Islamico ‘Al Hayat Media Center’, e più di 2.000 chat che non lasciavano dubbi, secondo l’accusa, sulla sua appartenenza all’Isis.
Tafallari: “mai fatto propaganda”
Nell’interrogatorio davanti al GIP e poi coi PM la giovane si è sempre difesa spiegando di non aver mai fatto propaganda, di non aver mai preso in considerazione di “diventare martire, né di andare a combattere”. Dopo il previsto ok del GIP al rito immediato, saltando l’udienza preliminare, la difesa potrà chiedere, se vorrà, il rito abbreviato, a porte chiuse e con lo sconto di un terzo sulla pena.