Un anno fa l’agguato e l’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio

Un anno fa l’agguato che è  costato la vita al giovane Ambasciatore d’Italia in Congo, Luca Attanasio,al Carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo.

Proprio in questi giorni c’è una  ipotesi che emerge dall’inchiesta che sta cercando di ricostruire l’agguato sulla strada tra Goma e Rutshuru, nella Repubblica Democratica del Congo.  Stando a quanto risulta  dalle carte dell’indagine della Procura di Roma e secondo quanto riportato dalle Agenzie di stampa, il gruppo di banditi che ha bloccato il convoglio in cui viaggiava l’Ambasciatore Attanasio, con il Carabiniere di scorta e l’autista, avrebbe chiesto 50mila dollari come “lasciapassare”per far proseguire il viaggio senza problemi.

Ma i passeggeri non avevano con sé quel denaro e l’imboscata si è trasformata nel tragico epilogo col tentativo di sequestro a scopo di estorsione.

Ci sono ancora domande che aspettano una risposta

Sono comunque ancora molti i punti da chiarire di questa tragica vicenda, costata la vita a tre persone e che ha cambiato per sempre quella della famiglia di Luca, di sua moglie  Zakia e delle loro tre piccole bambine , oltre che dei genitori e dei tanti amici che Luca ha lasciato e che dal 22 febbraio 2021 chiedono giustizia e vorrebbero una risposta alla domanda:”come facevano gli assalitori a sapere che il convoglio del PAM, il Programma alimentare dell’Onu, sarebbe passato da quella strada esattamente quel giorno? E chi li ha informati?”

Luca guardava il mondo come un bel giardino

Da poco è nelle librerie un volume in cui a parlare è Zakia Seddiki, la compagna di Attanasio, la donna di origine marocchina che il diplomatico aveva conosciuto in una sua precedente missione in Marocco. Le sue toccanti parole:”Alle bambine ho raccontato che il papà ha avuto un incidente e che i medici non sono riusciti a salvarlo, ma loro si chiedono perché non torna, lo sognano la notte… è difficile. Io so che lui ci darà la forza per andare avanti. Luca era un sognatore che guardava il mondo come un bel giardino, sempre con grandi motivazioni, molto serio e preciso sul lavoro: nonostante il viso d’angelo, si arrabbiava molto se le cose non erano fatte con correttezza e onestà”.

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