Zelger e Bastoni intervistati da La7 in merito alle frasi di Fedez

Ieri sera a Piazza Pulita, programma in onda sul canale La 7, è stata trasmessa l’intervista ad alcuni esponenti della Lega che sono stati nominati da Fedez durante il suo discorso sul palco del concerto del Primo Maggio. Luca Bertazzoni, inviato del programma, è riuscito ad intervistare alcuni di loro. Nello specifico Alberto Zelger, Consigliere Comunale a Verona e che aveva dichiarato “se le unioni civili fossero diffuse la società si estinguerebbe. L’amore è quello tra papà, mamma e bambini”. L’altro intervistato è Massimiliano Bastoni, Consigliere Regionale in Lombardia che aveva dichiarato a sua volta “Gay, vittime di aberrazioni della natura“.

Bastoni e la sua spiegazione

L’inviato li ha incontrati e ha chiesto loro se ancora la pensassero così. Massimiliano Bastoni dice: “Non ho dichairato che i gay sono aberrazioni della natura, ho detto che alcuni gay che partecipano ai Gay Pride e vanno in giro a quattro zampe nudi, accompagnati da altri signori mi sembra che non facciano un grande favore alla comunità gay. Anzi secondo me non li rappresentano proprio per nulla“. In questo caso bisognerebbe ricordare a Bastoni che alla Fiera dell’Eros 2019 svolta a Milano, la stessa scena era stata riproposta da uomini e donne che rappresentavano una pratica che milioni di persone al mondo svolgono, quella del Sadomaso e di Master e Slave.

All’affarmezione che il DDL Zan sia in questo momento un argomento molto importante, risponde: “Penso che gli italiani in questo momento pensano molto di più al lavoro che manca,  alle attività che sono chiuse, al fatto che non hanno i soldi per andare avanti”. Alla domanda finale fatta da Luca Bertazzoni “lei non si definisce omofobo” la risposta del Consigliere Comunale è “no no assolutamente” con  bacio finale alla telecamera.

Zelger conferma e rincara la dose

Diversa storia per quanto riguarda Alberto Zelger che rincara la dose. L’incontro tra il giornalista di Piazza Pulita e Zelger inizia con un pò di ilarità “qualcuno pensa che lo abbia pagato io Fedez per farmi pubblicità“. 

Alla riproposta della sua affermazione Zelger risponde: “Se le unioni civili fossero così diffuse in una città e in uno Stato non nascerebbero più bambini e la società si estinguerebbe.” Sarebbe bello sapere secondo  Zelger quanti siano gli omosessuali nel mondo, tanto  da  arrivare addirittura all’estinzione.

Poi l’intervista continua con le accuse rivolte a Fedez: “io in quel contesto lì ho detto sciagura che non direi più adesso, ma è stata male interpretata da parte di Fedez. Non solo è stato scorretto di aver approfittato di un servizio pagato da tutti i cittadini che è la Rai, ma ha fatto propaganda politica a favore di un disegno di legge che è in discussione al Senato“. Secondo Zelger, infatti, Fedez non dovrebbe promuovere una legge “liberticida, contro la costituzione, contro la libertà di stampa“.

Poi arriva il momento in cui si “schiera a favore” delle donne.”Questo disegno di legge mette a disagio le donne perché perfino quando fanno le gare sportive si trovano di fronte degli uomini transgender che vincono tutte le gare e loro non possono difendersi.” Una simile riposta  lascerebbe spiazzato chiunque. Ma la sua intervista non finisce qui e per nostra “fortuna” ci regala altre importanti perle. “Lo scopo del DDL Zan è quello di entrare nelle scuole fin dall’infanzia e di insegnare quanto è bello l’amore omosessuale. A mio nipote che gli venga detto quanto è bello l’amore omosessuale non mi và.” 

Un passo indietro doveroso

Il discorso si sposta, come è giusto che accada, al 1983 circa: “le attitudini maschili e femminili sono per natura abbastanza diverse: le donne preferiscono accudire la persona, gli uomini preferiscono la tecnologia“, dichiara  Alberto Zelger. Anche per lui l’intervista conclude con la domanda di rito del servizio “lei si definisce omofobo?” Il leghista risponde: “ma il concetto di omofobia non esiste. In Italia non c’è discriminazione nei confronti degli omosessuali. Negli ultimi dieci anni ci sono stati 26 episodi di discriminazione per orientamento di genere. Ventisei in tutta Italia in dieci anni. Ci sono stati episodi anche qui a Verona di persone che hanno denunciato agressioni di tipo omofobo o insulti,  ma che si sono rivelate delle montature mediatiche. L’omofobia in Italia non esiste“!

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