Fara d’Adda: ritrovato corpo di una donna nel fiume. Arrestato convivente

La scorsa notte i Carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato un italiano di 49 anni ritenuto responsabile di aver provocato la morte per annegamento della propria compagna, allorquando, nella tarda serata di ieri, mentre conduceva l’autovettura di famiglia con a bordo la convivente, transitando lungo l’argine del fiume Adda di Fara Gera, si lanciava con il veicolo in acqua. Allo stato l’accusa per l’uomo è di omicidio volontario aggravato.

Alcuni testimoni oculari avrebbero visto l’autovettura che a velocità sostenuta passava nel varco esistente tra due tratti di guard-rail della strada che costeggia l’Adda terminando la corsa nel letto del fiume, dove si inabissava quasi completamente. I testimoni avrebbero udito una voce femminile chiedere aiuto e successivamente, accese le torce dei cellulari, avvistato unuomo che, nuotando fino alla lingua di terra che si erge in mezzo al fiume, vi scompariva dentro tra la folta vegetazione presente.

Allertati i soccorsi sul posto sono tempestivamente giunti i carabinieri della Compagnia di Treviglio e quelli del Nucleo Investigativo di Bergamo, che hanno subito avviato le ricerche dell’uomo ed eseguito il sopralluogo; i sommozzatori di Treviglio, che dopo circa un’ora di ricerche in acqua hanno rinvenuto lontano dal veicolo sommerso il corpo della donna fuoriuscita dall’abitacolo, e i sanitari del 118 i quali, eseguite invano le manovre rianimatorie, constatavano l’avvenuto decesso. Nel mentre il personale dei VV.FF., oltre che garantire la necessaria illuminazione a mezzo dei fari in dotazione, ha proceduto al recupero della vettura dal fondo del fiume.

Intanto le ricerche dell’uomo estese dai Carabinieri anche sull’altra sponda dell’Adda, a distanza di circa 3 ore dal fatto permettevano il rintraccio dello stesso mentre vagava per strada nel territorio del comune di Vaprio d’Adda (MI), e di condurlo in caserma a Treviglio per comprendere quanto accaduto.

Le indagini, condotte per tutta la notte dai militari della Sezione Operativa di Treviglio, hanno consentito, oltre che di ricostruire gli eventi e formulare l’ipotesi delittuosa di omicidio volontario, per la quale l’uomo veniva tratto in arresto.

Recuperata dall’acqua, la salma è stata trasportata per la successiva autopsia presso la camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo su disposizione dell’Autorità Giudiziaria della Procura di Bergamo.

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