Albert Fish: la storia vera che ha ispirato film e serie Tv

Che cosa hanno in comune Fredy Krueger, Hannibal Lecter e George Beecham (l’assassino della serie Tv L’Alienista)?

Tutti e tre sono stati ispirati ad un dei serial killer più efferati della storia. Conosciuto anche come l’Uomo grigio, il Lupo mannaro di Wysteria, il Vampiro di Brooklyn e il Maniaco della Luna, oggi vi raccontiamo la vera storia di Albert Fish.

Chi è Albert Fish?

Fish nacque a Washington, il 19 maggio 1870, con il nome di Hamilton Fish, in una famiglia problematica. Infatti molti membri della sua famiglia soffrivano di disturbi mentali, l’unico mentalmente stabile era suo padre, Randall Fish ma, essendo più vecchio della moglie di 43 anni, morì per un attacco di cuore.

Sua madre, incapace di prendersi cura del figlio, lo mise in un orfanotrofio, dove fu frequentemente frustato e bastonato. In questa occasione il giovane Fish scopre che provava piacere nel dolore fisico. A un’auto pare le bastonate gli avrebbero spesso procurato erezioni, cosa per la quale gli altri orfani lo canzonavano.

Durante gli anni passati in orfanotrofio, decide di cambiare nome in Albert, a causa del soprannome Ham and Eggs, che tradotto significa prosciutto e uova, con cui i suoi compagni lo prendevano in giro.

Nel 1879, sua madre ottenne un impiego pubblico e fu in grado di prendersi nuovamente cura di lui. In seguito nel 1882, all’età di dodici anni, iniziò una relazione omosessuale con un garzone telegrafista, durante quei anni Fish inizio a praticare la coprofagia.

Nel 1898, sua madre gli organizzò un matrimonio combinato, per far tacere le voci sulla sua omosessualità, con una donna di 9 anni più giovane di lui. La coppia ha avuto sei figli, che Fish non molesto mai, nonostante le sue perversioni sessuali.

Il matrimonio si concluse nel gennaio del 1917, quando la moglie lo lasciò per un altro uomo. Fu proprio dopo la fine del suo matrimonio che Albert iniziò a praticare l’autolesionismo, infilandosi aghi nell’inguine e nell’addome.

I delitti

Il suo modus operandi è il seguente: avvicinava i bambini, in modo tale da non spaventarli e, una volta aver acquistato la loro fiducia, li molestava, li violentava, li torturava brutalmente e infine li uccideva e sezionava i loro corpi, per poi mangiarli in un secondo momento.

In particolare sono tre gli omicidi che hanno terrorizzato l’opinione pubblica in quegli anni: Francis McDonnell di 8 anni, di Billy Gaffney di appena 4 anni e di Grace Budd di 10 anni.

Ma vi parleremo solamente di quest’ultima, essendo l’esempio lampante della crudeltà di questo killer.

Il 25 maggio 1928 Albert lesse su un quotidiano l’annuncio di un giovane, Edward Budd, di 18 anni, il quale stava cercando un impiego. Qualche giorno dopo, Fish si presentò alla porta dei Budd con la scusa di voler offrire un lavoro al ragazzo. In realtà il suo intento è quello di farlo diventare una sua vittima. Ma i suoi piani cambiano drasticamente quando vide la piccola Grace, sorella di Edward. Fish, Con la scusa che doveva recarsi alla festa di compleanno della nipote, convinse i genitori della bambina a farla venire con lui. Quella fu l’ultima volta che videro Grace in vita.

Peccato che Fish con i Budd non aveva ancora finito. Sette anni dopo l’uomo scrisse una lettera indirizzata alla madre di Grace nella quale confessava il delitto, in ogni minimo dettaglio.

Nella lettera c’era scritto che, la sera del 3 giugno 1928, Fish portò la bambina in una casa abbandonata di campagna. Entrò per prepararsi dicendo alla piccola di aspettarlo fuori in giardino. Una volta pronto chiamò Grace che entrò in casa e trovò Albert completamente nudo. In preda alla paura la bambina cominciò a piangere. Lui, senza scrupoli, la spogliò, la soffocò e poi la sezionò. Fish dichiarò infine che, appena ritornò a casa, cucinò le parti del corpo che aveva tagliato a Grace, e disse di aver impiegato circa una settimana a mangiarla tutta.

L’arresto e la morte

Fu proprio grazie a quella lettera che Albert Fish venne catturato. La polizia risalì al luogo di spedizione e nel giro di pochissimi giorni trovarono Fish che passeggiava tranquillamente per il quartiere che aveva indicato nella lettera.

L’uomo fu arrestato a marzo del 1935. Durante il corso del processo Fish raccontò a psicologi e psichiatri di aver ucciso almeno 100 bambini, uno per ogni quartiere in cui aveva vissuto, e di averne molestati oltre 400. Le autorità però riuscirono a imputargli solo 4 omicidi, tre già citati e quello di Emma Richardson, uccisa il 3 ottobre del 1926 all’età di 5 anni. Gli collegarono poi altri 11 sparizioni di bambini, ma non vennero mai trovati i corpi, perché lo stesso Fish disse che ne aveva gettato i resti nella spazzatura.

Venne condannato a morte tramite sedia elettrica. Il giorno della sua esecuzione, che ebbe luogo dieci mesi dopo la cattura. Albert Fish entrò tranquillo e, a tratti, emozionato, nella camera dichiarando che “La sedia elettrica è l’unica modalità che mi mancava per procurarmi dolore”.

Le Parafilie di Albert Fish

Albert Fish è passato alla storia, anche, per le sue parafilie. Le parafilie, in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico, indicano pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti. Le pulsioni che Albert presentava sono: la  sadismo, masochismo, flagellazione, esibizionismo, voyeurismo, piquerismo, cioè ricercare il piacere pungendo e tagliuzzando. A seguire ci sono pedofilia, coprofagia, feticismo, urofilia, cannibalismo, castrazione e vampirismo.

I dottori che lo esaminarono per il processo scoprirono che Fish aveva molti aghi nel suo corpo, la maggior parte intorno ai suoi genitali. In più, da quanto lui stesso ha affermato, Fish era solito ad inserire nel proprio retto dei batuffoli di cotone imbevuti di alcool, per poi dargli fuoco.

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