Bassa inflazione, un problema ormai consolidato di questo secolo che preoccupa

Quello che è stato un obiettivo, auspicato dalle autorità monetarie dei principali Paesi del secondo dopoguerra del secolo scroso, sta diventando una cosolidata preoccupazione: l’inflazione.

Anche il dato flash di dicembre 2020 mostra, infatti, una flessione su base annua dello 0,3% del tasso di inflazione nell’area dell’Euro.

Certamente non una novità, visto che in questa zona l’inflazione media annua tra il 2000 e il 2007 è pari al 2,2%. Nel decennio 2010 – 2020 è attestata, invece, all’1,3%.

Fenomeno inflazione

I dati statistici, quindi, confermano quella che è  un’osservazione certamente preoccupata espressa dal precedente Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.

L’ex Presidente della Bce riporta l’attenzione su questo andamento che segna  il fallimento dell’obiettivo dichiarato di un tasso di inflazione al 2%, risultando ancorato ad una soglia ben più bassa dell’1%-1,5%.

Il fenomeno della bassa inflazione solleva non poche perplessità per gli effetti sulla salute complessiva del sistema economico.

In questo senso va letto il grido d’allarme, in cui si mette in evidenza come si stia diffondendo in questa zona, il fenomeno delle cosiddette imprese zombie.


Un nome preso in prestito dall’esperienza di stagnazione di lungo periodo vissuto dall’economia giapponese.  Un lasso temporale  che identificava le imprese che sostanzialmente erano in grado di fronteggiare gli oneri da interesse. Ma, tuttavia,  non di rafforzare la propria struttura patrimoniale.

In quel periodo di conseguenze economiche negative da Covid’19, lo scenario  risulterebbe aggravato dal coinvolgimento in questo andamento anche della presenza di banche poco capitalizzate.Per queste, si imporrebbe il ricorso necessitato ad una tempestiva ricapitalizzazione. Ciò avrebbe evidenti ulteriori effetti distorsivi sul buon funzionamento complessivo del mercato del credito.

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