L’arte saluta Bruno Conte. L’artista romano si è spento a 81 anni

La Quadriennale di Roma, la Biennale di Venezia sono solo alcuni dei luoghi dove Bruno Conte ha esposto le sue opere. Artista solitario e poco incline ad essere inserito nelle correnti artistiche della metà del secolo scorso e nelle sue definizioni. Arrivò ad essere apprezzato anche nelle gallerie e collezioni private oltre oceano. Gli anni ’50 per Bruno Conte sono caratterizzati da un astrattismo surreale, una pittura materica e informale. I lavori degli anni ’60 tendono al monocromo; le pitture vengono elaborate, tra scavo e rilievo su assi di legno. In quegli anni inizia anche l’attività di scrittore.
Gli anni ’70 e ’80 vedono Bruno Conte al lavoro di opere oggetto che si avvicinano sempre più ai libri; i suoi libri lignei presentano di pagina in pagina un loro sintetico linguaggio lineare vegetante.
Negli anni ’90 il ritorno alla pittura seguendo le varie esperienze di accadimento della forma, nella sua concettualità e sfuggente ambiguità.

Negli anni ha esposto con artisti come Emilio Villa, Nanni Balestrini, Mirella Bentivoglio

Le parole su Bruno Conte da Arturo Schwarz

Scrisse di lui anche Arturo Schwarz nel 1985: “Bruno Conte è uno dei personaggi più garbati, più segreti, e più affascinanti che, nella mia lunga frequentazione di pittori e scultori, abbia incontrato e ammirato. Venne a trovarmi nel giugno del 1972.

Aveva costruito una valigia in legno compensato con una parete a incastro che si sfilava. Più che una valigia, era una scatola a sorpresa, visto l’imprevedibile contenuto. Tirò fuori tanti mirabili piccoli “organismi” in legno bianco. Non erano sculture; al momento, per definirli, non mi viene altro termine.

Forse la parola organismo riesce ad evocare la sottile complessità che contraddistingue la materia vivente. Perché queste “cose” godevano, e lo penso ancora, di una vita propria. Lo penso io ma, ne sono sicuro, lo crede anche Bruno Conte.

Basta guardare le due foto affiancate, pubblicate in una sua monografia, che lo ritraggono; nella prima lo si vede all’età di diciannove anni: stringe a sé, con espressione intensamente possessiva, un gattino. L’altra foto, scattata ventiquattro anni dopo, lo mostra mentre trattiene, con lo stesso gesto e la medesima espressione assorta, una sua creazione-creatura“.

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