Daniel Buren arriva al Lago di Iseo. Un nuovo grande nome dopo Christo

Si chiama Mirad’Or la nuova opera di Daniel Buren in esposizione fino al 30 settembre; e la sua location è una delle più significative del territorio italiano: il Lago di Iseo. Sono passati 5 anni dall’installazione della passeggiata sull’acqua firmata Christo; per 16 giorni, un ponte fluttuante avvolto in un tessuto giallo acceso collegava le isole alla terraferma. 

Il padiglione Mirad’Or vuol essere un luogo dove accogliere e condividere il contemporaneo in una terra di storia e tradizione, uno spazio in continuo dialogo con il paesaggio in cui è immerso e che inquadra. Fruibile liberamente di giorno e di notte, in settimana e nel weekend, è pronto a portare il meglio del contemporaneo in un luogo d’arte millenario che negli anni ha ospitato i grandi nomi dell’arte contemporanea. Da Mimmo Paladino Anish Kapoor; passando per  Emilio Isgrò e Francesco Vezzoli.

Il pittore e scultore Daniel Buren presenta l’installazione di due dittici, composti da quattro teli in fibra luminosa in cui il motivo a righe verticali di 8.7centimetri interagisce con tecnologia e ambiente. Daniel Buren propone a Pisogne un’opera che non solo si configura essa stessa come fonte di luce per lo spazio intorno, ma che riesce a modificare il paesaggio divenendone parte.  E’ stato realizzato su una palafitta, sulla sponda bresciana del Sebino. Il padiglione è stato commissionato dal Comune di Pisogne, da un’idea di Gigi Barcella e progettato da Mauro Piantelli. La direzione artistica è stata affidata a Massimo Minini

Massimo Minini e Daniel Buren

Il Lago d’Iseo e Brescia sono da alcuni anni al centro dell’elaborazione del contemporaneo nel panorama delle arti del Nord Italia. Il Lago d’Iseo non solo si è accorto del contemporaneo grazie a The Floating Piers, ma ha promesso di proseguire il percorso. Così vedo Daniel Buren all’interno di Mirad’Or, come una piccola e bellissima presenza. Per Pisogne un inizio che non avrei potuto immaginare migliore, per  il Lago d’Iseo la conferma di una continuità con artisti che, rinnovando la tradizione, intervengono direttamente sul paesaggio modificandolo con il loro lavoro” queste le parole di Massimo Minini curatore dell’evento. 

Su Mirad’Or, l’architetto Mauro Piantelli che lo ha progettato, dice: “è uno spazio pubblico dove la possibilità di indugiare è amplificata. È un piccolo padiglione pensato per l’arte contemporanea, ma anche un belvedere che inquadra, e quindi svela, il paesaggio“.

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