Elisa e il maschilismo nella musica. “Sei carina, pensa solo a cantare…”

Il caso di Aurora Leone porta a galla quanto ancora il maschilismo regni nel nostro paese. E se il mondo del calcio lo fa da padrone, mettendo in secondo piano le calciatrici professioniste, Elisa ci ricorda che anche nel mondo della musica il maschilismo è radicato anche in esso.

Elisa in un post sul suo profilo Instagram, racconta delle parole che le vennero dette da un produttore quando aveva quindici anni: “Sei carina, pensa a cantare. Lascia stare la scrittura“. Avevo quindici anni e quelle parole mi fecero venire una gastrite che durò per mesi. Avrei dovuto lasciar stare anche la produzione, gli arrangiamenti, la curiosità per tanti strumenti, perché era tutto troppo. Sarebbe bastato sorridere, “mettermi carina”, cantare bene e “tenermi da conto”. Queste sono state le parole di un produttore maschilista in cui sono inciampata prima ancora dei miei esordi. Per me sono state solo altra benzina, amara sì, ma pur sempre buona per spingere ancora più giù l’acceleratore“.

Questo le sue parole. Parole che l’hanno segnata.

Il post continua raccontando il suo incontro con Tina Turner: “a ventisette anni mi trovavo a Zurigo in studio con Tina Turner per registrare la sua voce, perché ero la produttrice del brano che avevo scritto per il nostro duetto e ne curavo quindi gli arrangiamenti e anche tutti gli aspetti tecnici della registrazione. Lei mi disse “Sono molto orgogliosa di te, donne come te stanno cambiando il mondo. Quando ero giovane io, quello che stai facendo tu oggi qui con me sarebbe stato impensabile”. Non lasciamo che nessuno ci dica che questo non è il nostro posto.

Tantissimi i commenti che il post di Elisa ha ricevuto, tra cui quello di Noemi che scrive “Fonte d’ispirazione sempre“.

Elisa racconta la sua esperienze, Paolo Brosio, da maschio, critica

Quello che è accaduto è un colossale fraintendimento! Sono amico di Pecchini da 40 anni; è una persona perbene e ha dei sani valori cristiani, è educato ed è un vero galantuomo. Non si permetterebbe mai di insultare una donna. Non si può fare scoppiare un caso del genere mettendo un uomo alla gogna per nulla” queste le parole di Paolo Brosio sul caso di Aurora Leone. Per il giornalista l’attacco sessista e misogino ricevuto dall’attrice dei The Jackal sarebbe “nulla“. 

La giustificazione starebbe nel fatto che Gianluca Pecchini sia un uomo dai sani valori cristiani. Paolo Brosio si sfoga con Adnkronos “Io ho parlato con lui e si tratta di un equivoco totale. Non poteva stare lì non in quanto donna ma perché lei non era stata convocata nella Nazionale Cantanti e lei si era seduta nel tavolo della Nazionale Cantanti. Tanto è vero che lui gli ha detto: Spostatevi al tavolo al fianco e infatti così hanno fatto. Non è giusto mettere una croce su una persona che non ha mai offeso nessuno. Ormai basta che uno si alzi la mattina e denunci qualcosa, che tu passi per infame e vieni denunciato.

Brosio lo sfogo continua

Lo sfogo di Brosio continua: “Mi meraviglio che altri cantanti non l’abbiano difeso, si vede che non hanno capito la dinamica dei fatti. Per un clamoroso fraintendimento si è creato un caso che andrebbe smontato immediatamente. Pecchini porta avanti la Nazionale Cantanti da 40 anni, aiutando tutte le categorie umane, sociali e religiose e promuovendo inclusione e solidarietà. Per questo sono contro il Ddl Zan, così generico da rischiare una denuncia per qualsiasi cosa si dica. Allora a questo punto va messo il bavaglio su tutto“. Forse quello che non gli ha raccontato l’amico Pecchini è il dopo “spostatevi al tavolo vicino“.

Il caso è scoppiato proprio per le prole ricevute subito dopo, ovvero: “eh si ma il completino te lo metti in tribuna. Da quando in qua le donne giocano“. Per Brosio sarà “nulla” ma sono queste le battaglie che è giusto affrontare e sono queste le battaglie che il DDL Zan vuole chiudere. 

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