Gli sviluppi prossimi futuri della domanda di credito degli artigiani in Italia

Da qui al 2025 in Italia è previsto in forte aumento la domanda di credito da parte delle imprese artigiane e delle microimprese per fronteggiare le esigenze di liquidità a breve termine. Infatti, più di un imprenditore su 4 (28% contro poco meno dell’11% del biennio precedente) attingerà ai finanziamenti creditizi per soddisfare le proprie esigenze di cassa. All’origine di questa tendenza vi sono, naturalmente, le difficoltà connesse alla diffusione della Pandemia da Covid ‘19: dal calo del fatturato, ai ritardati pagamenti e ai mancati incassi, alla penuria di liquidità in generale.

Nello stesso periodo (2022 – ’25)  la quota di quanti ricorreranno al credito per finanziare investimenti a medio – lungo termine nella propria azienda dovrebbe essere di poco inferiore al 35% (40% nel biennio precedente).

Sono questi i principali esiti di un’indagine svolta su un campione di 739 imprese dal Centro Studi Tagliacarne e da Federartfidi; un’indagine, dalla quale emerge per l’ennesima volta la centralità del sistema bancario nel nostro Paese per il finanziamento anche di questa categoria di imprese. Con la quota del 72,5%, infatti,  il canale bancario si conferma la principale fonte di approvvigionamento, seguita dall’autofinanziamento (18,3%) e dal ricorso ai fondi europei (6,3%).

Sempre da questa indagine emergono, poi, anche alcune considerazioni qualitative, di cui sarebbe utile tenere conto nella prospettiva di un migliore funzionamento dei rapporti tra banche e imprese .

Innanzitutto, sarebbe auspicabile una maggiore sinergia sul versante delle garanzie prestate tra la garanzia mutualistica privata, prevista dal sistema dei Confidi e la garanzia pubblica, offerta dal Fondo di Garanzia delle PMI.

Inoltre, andrebbero migliorati alcuni aspetti critici ricorrenti nell’interlocuzione tra le imprese e le banche. In questo ambito dovrebbe essere mitigata la rigidità dei criteri di valutazione della solvibilità dell’impresa, spesso, legati esclusivamente ad indicazioni numeriche standard.

Un terzo aspetto oggetto di valutazione critica, è, infine, la lunghezza della tempistica, quasi sempre, accompagnata da una notevole complessità procedurale, dell’istruttoria per la concessione del finanziamento; un aspetto che incide negativamente sulla tempestività e sull’efficacia delle soluzioni di ripartenza e , più in generale, della vivacità  imprenditoriale.

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