Il Villaggio a Roma per i malati di Alzheimer

L’Alzheimer è tra noi e colpisce la Comunità che rimane sgomenta quando ne avverte il peso e le caratteristiche, difronte a qualche disquisizione scientifica, ovvero, e forse di più, quando questa malattia aggredisce persone note.

È recente la notizia che il noto cantante, americano di origini italiane, Tony Bennet, a 94 anni, ha l’Alzheimer.

Purtroppo, il male, diagnosticato nel 2016, ha seguito il suo percorso, con un fatale peggioramento, colpendo le capacità cognitive di Tony.

Sono notizie che rattristano e spingono a pensare alle sofferenze della persona, colpita anche nella sua dignità, per non parlare dei sacrifici e dei problemi dei familiari, che non hanno, assolutamente, la gestione di questo male incurabile.

Confesso di trovare sollievo nel sapere che a Roma esista una struttura di eccellenza in grado di dare una risposta, concreta e umana, ai bisogni delle persone colpite dal male.

Il Villaggio che accoglie i malati di Alzheimer

Parlo del “Villaggio Emmanuele F.M. Emanuele”, ideato e voluto dal Presidente Onorario della Fondazione Roma, Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele.

Il Villaggio, che si trova a Roma nella zona della Bufalotta, aperto nel giugno 2018, trae ispirazione da un esempio olandese, incentrato su una struttura, fino a qualche anno fa, unica in Europa, denominata Hogeway, a Weesp, che si trova ad Amsterdam.

Da una visita effettuata dal Prof. Emmanuele nel 2012, nacque l’idea di offrire a persone affette dalla malattia la possibilità di percorrere un processo terapeutico, alternativo all’approccio praticato presso le RSA.

Oggi, gli ospiti vivono in condizioni di normalità e mantengono uno stile di vita analogo, per quanto possibile, a quello precedente la malattia.

In una presentazione del Villaggio si legge: “La vita all’interno del Villaggio Emmanuele F.M. Emanuele” scorre serenamente, in un ambiente che riproduce il calore domestico ed offre molteplici opportunità ricreative, permettendo agli ospiti il mantenimento di una dignitosa qualità di vita, ispirata da mirati principi fondamentali:

  • promuovere la cultura del benessere;
  • offrire un ambiente di vita sereno e stimolante;
  • conservare le autonomie funzionali e cognitive;
  • garantire cure personalizzate;
  • costruire e rafforzare un’alleanza con le famiglie. 

L’organizzazione in piccoli gruppi di sei persone, riuniti in ciascuna unità abitativa, stimola l’esercizio delle capacità cognitive, affettive e relazionali dei residenti grazie alla loro convivenza.

La quotidianità diventa un lavoro di gruppo che coinvolge gli ospiti e gli operatori sanitari, loro dedicati 24 ore su 24.”

Voglio sognare che anche Tony, dopo l’allegria e la leggerezza che ha dato al mondo con le sue canzoni, possa godere, nel suo Paese, di una tale, civile e umana opportunità.

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Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it