Impianti sciistici aperti: ” la stagione è comunque persa”

Occorre erogare con rapidità ristori e compensazioni che siano proporzionali alle perdite subite, ma è soprattutto necessario avere certezze sulle strategie per la ripartenza”. Il grido di allarma giunge dalle valli Olimpiche del Piemonte e per bocca del Presidente di Federalberghi Torino, Fabio Borio. “La riapertura degli impianti di risalita, a partire dal 15 febbraio, non contribuirà a salvare una stagione drammatica!”

La chiusura degli impianti dovuta ai vari lockdown causa, secondo le stime prodotte dall’Associazione Nazionale degli Esercenti Funiviari, una perdita di circa 8,5 miliardi di euro. Si tratta di circa il 70% del fatturato. L’economia, che in tutto l’arco alpino ruota intorno al turismo invernale, ha infatti un peso economico stimato tra i 10 e i 12 miliardi di euro tra diretto, indotto e filiera.

Occorre erogare con rapidità ristori e compensazioni che siano proporzionali alle perdite subite. E’ soprattutto necessario avere certezze sulle strategie per la ripartenza degli impianti “, sostiene Borio. “Le nostre valli stanno subendo conseguenze economiche pesantissime a causa del Covid-19 e delle misure varate dal Governo – aggiunge Borio. “Nonostante un’estate in parte positiva aggiunge – il settore turistico-ricettivo, sta ora vedendo sfumare l’intera stagione sciistica con un impatto fortemente negativo sui fatturati”.

L’apertura degi impianti non pareggia il danno economico

“La stagione turistica è duqnue ormai definitivamente e irrimdiabilmente compromessa. Anche con la riapertura degli impianti,  febbraio e marzo sono tradizionalmente i mesi delle settimane bianche per gli stranieri. che quest’anno non arriveranno”, aggiunge Giorgio Montabone, Presidente di Federalberghi Bardonecchia.

“Chiediamo ristori immediati ed adeguati”, è la proposte di Renzo Roux, Presidente dell’Associazione Albergatori Sestriere -. Per il futuro riteniamo inoltre indispensabile che venga messo a punto un piano di promozione delle nostre destinazioni”.

“Se proprio non si riescono ad avere dei ristori – conclude Stefano Daverio, Referente per gli albergatori di Sauze d’Oulx – chiediamo almeno di essere esentati dai tributi e dalle tasse.”

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Redazione

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