In Italia scende l’indice Rt arrivando a 1,1

Secondo quanto emerge oggi dalla bozza del monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia Covid, in Italia scende ancora l’indice Rt, arrivando a 1,1 mentre la scorsa settimana era a quota 1,27.

Nella bozza si legge: “Nel periodo 28 luglio-10 agosto, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,1 (range 1,00– 1,27). L’indice quindi è in diminuzione rispetto alla settimana precedente ma al di sopra della soglia epidemica”.

Per ora sono 18 le regioni/province autonome che risultano classificate a rischio epidemico moderato e solo 3 quelle “classificate a rischio basso”.

Nella bozza di monitoraggio si legge: “I tassi di occupazione e il numero di ricoverati in area medica e terapia intensiva sono in aumento, ma l’attuale impatto della malattia Covid-19 sui servizi ospedalieri è limitato”.

In questi giorni alcune regioni, come Sicilia e Sardegna, hanno visto le loro percentuali su questi due indicatori molto vicini alle soglie massime definite dai nuovi parametri per il passaggio in zona gialla, ma nella bozza del monitoraggio si legge che “nessuna regione/provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica”.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva in Italia è in aumento al 4,9%, con il numero di persone ricoverate che è salito da 322 (dato al 10 agosto) a 423 (dato al 17 agosto). La media nazionale del tasso di occupazione in aree mediche aumenta al 6,2%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è cresciuto da 2.880 (il 10 agosto) a 3.472 (il 17 agosto).

Si legge inoltre che “La trasmissibilità stimata sui soli casi ospedalizzati è sopra la soglia epidemica. Si osserva comunque una diminuzione anche dell’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero, che si attesta a 1.08 (dato al 10 agosto) contro il precedente valore di 1.2 (dato al 3 agosto)”.

Viene confermato peraltro che: “La circolazione della variante Delta di Sars-CoV-2 è largamente prevalente in Italia. Questa variante dominante nell’Unione Europea ed associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in paesi con alta copertura vaccinale”. Nella bozza del monitoraggio viene spiegato: “una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”.

Gli esperti rinforzano dunque l’invito a insistere sulla vaccinazione completa della popolazione e avvertono: “È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”.

L’incidenza è in lieve aumento e va da 68 a 69 per 100mila abitanti. Un’incidenza che rimane comunque significativamente “al di sopra della soglia settimanale di 50 casi ogni 100.000 abitanti che potrebbe consentire il controllo della trasmissione basato sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti”.

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