Innovazione e garanzia di qualità per rilanciare le ciliegie pugliesi

Le ciliegie e l’innovazione dei processi lavorativi legati alla produzione delle ciliegie sono un vanto per l’agricoltura italiana e rappresentano un’eccellenza per le regioni del Sud della nostra Penisola. In Italia, Puglia, Campania e Veneto sono le regioni che si aggiudicano il podio per la produzione di ciliegie riuscendosi ad affermare come “Regioni Leader” nella produzione. Le regioni che producono le ciliegie per miglior clima e terreno sono molteplici ma, l’85% della produzione si concentra in cinque: Puglia, Campania, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna. L’aspetto positivo della lontananza territoriale crea un alternarsi naturale delle fioriture e tale dinamica permette di poter beneficiare non solo di qualità e sapori differenti ma di un periodo più lungo di produzione. Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, la Puglia si aggiudica il primato nella produzione di ciliegie in Italia con una media di 400/ 500 mila quintali. Inoltre, i dati degli ultimi anni evidenziano che l’esportazione di ciliegie pugliesi ha registrato una tendenza positiva nonostante le calamità che si sono verificate sulle coltivazioni e le problematiche economiche frutto dell’emergenza sanitaria. Una produzione molto legata anche alle variazioni climatiche. Durante la primavera dell’anno scorso, più del 70% delle varietà precoci di ciliegie, in particolare della Bigarreau, fu distrutta dalla gelata di fine marzo. Dati amari che emersero a pochi giorni dall’inizio della raccolta dei primi frutti, dopo un monitoraggio di Coldiretti Puglia nei ciliegeti pugliesi.

Grazie all’innovazione, alla tracciabilità e alla valorizzazione del territorio, sempre dalla Puglia, giunge una buona notizia per il futuro dei produttori di ciliegie del meridione italiano. Recente è la notizia di istituire una Igp Ciliegia di Terra di Bari per rilanciare la produzione locale che sta patendo una nuova crisi cerasicola, la terza delle ultime sei annate. “La base del successo è fare una politica di marca e provenienza”, ha sottolineato il portale di approfondimento specialistico del settore “Italiafruit News”.

Per i produttori e gli imprenditori agricoli è importante capire l’importanza della programmazione delle strategie commerciali per scongiurare le crisi di mercato. I valori medi all’ingrosso delle ciliegie di piccola pezzatura prodotte nell’area dell’Igp si stanno posizionando sui 2-3 euro il chilo per salire ai 4-6 euro il chilo per le produzioni di miglior calibro, sapore ed aspetto. “L’andamento della campagna cerasicola 2021 sta rispettando le nostre previsioni iniziali. Sapevamo già in partenza che quella di quest’anno sarebbe stata un’annata pesante per il gelo e la minor capacità di spesa dei consumatori. Ma stiamo notando che la qualità e la provenienza continuano a pagare. Non è tanto il marchio Igp che ci sta consentendo di spuntare i prezzi più alti del mercato. Il marchio Igp va concepito come una garanzia di provenienza più che di qualità. Quest’ultima la devono invece garantire i Consorzi di tutela con i loro disciplinari ed i loro controlli. Solo così si può riuscire a disporre di una qualità quanto più omogenea possibile e costante nel tempo”, ha dichiarato Walter Monari, direttore del Consorzio di tutela delle Ciliegie di Vignola Igp.

Nelle ultime settimane, da parte dei produttori pugliesi è stata inviata una richiesta all’Assessore regionale all’Agricoltura della Puglia per l’istituzione di un tavolo urgente per salvare le campagne delle ciliegie, i cui prezzi non possono andare addirittura al disotto dei prezzi di produzione. La produzione regionale di ciliegie risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96.4% della produzione totale regionale. Con le sue 47 mila tonnellate, la provincia di Bari è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34% della produzione nazionale e la produzione di ciliegie in Puglia è pari al 39.8% del totale nazionale.

 

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