LaC TV, racconta l’Italia e svolge il ruolo di servizio pubblico

Il ruolo dell’informazione pubblica radiotelevisiva non è solo quella di Stato o dei grandi network televisivi nazionali che, troppo spesso incorrono nel monopolio politico, ovvero quella narrazione che è contraria alla “circolarità della cultura,  che non sopporta restrizioni o confini  e respinge la pretesa, di pubblici poteri o di grandi corporazioni, di indirizzare le sensibilità verso il monopolio di un pensiero unico”.  Un concetto  dal valore universale e richiamato recentemente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del suo intervento per la cerimonia di apertura degli eventi di Pesaro, Capitale della cultura 2024..

E’ informazione pubblica anche quella di network televisivi  di minori dimensioni,  ma che forniscono  un’informazione libera, indipendente, imparziale e svolta esclusivamente nell’interesse delle varie  comunità. È informazione pubblica e di pubblica utilità anche quella che fanno quotidianamente alcune Testate giornalistiche come TFnews.it  e alcune Reti televisive private, a diffusione regionale attraverso il digitale terrestre, le piattaforme satellitari e la rete internet, raggiungendo  milioni di persone non solo in Italia ma anche nel mondo, interessando le comunità italiane che vivono all’estero come accade ad esempio, per “LaC” del Gruppo Publiemme.

In aperta sintonia con questa visione dell’informazione, il canale è stato aperto da un imprenditore calabrese, attento e incline al futuro e all’innovazione, Domenico Maduli, Presidente del Gruppo Publiemme. La Rete è presente sul canale 820 di SKY, sul 411 di TivùSat, sull’11 del digitale terrestre in Calabria e in streaming su www.LaCplay.it.

Tra i tanti format realizzati  la  TV calabrese,  oltre a curare l’informazione regionale con le varie edizioni del proprio  telegiornale, trasmette  alcuni interessanti format seriali come ad esempio LaC “Speciale”, che affronta temi di respiro nazionale sull’attualità, la cronaca, la cultura, lo spettacolo.

Una puntata del programma  è stata dedicata ad un episodio di cronaca sulla malasanità, formalmente ancora tutta da verificare da parte della Giustizia, ma per la quale si è  drammaticamente dovuto registrare il decesso di una giovane paziente in un noto Ospedale della capitale: una morte che, molto probabilmente poteva essere evitata. L’Ospedale è noto non solo di nome, ma anche di fatto, essendo stato considerato  da sempre un’eccellenza specialistica del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

La puntata dal titolo Le tre vite di Lisa“, e’ tratta dal libro omonimo scritto da Margherita Eichberg e da Maurizio Federico, edito da Youcanprint e presentato di recente anche alla Camera dei Deputati.

E’ il commovente, ma al tempo stesso inquietante racconto di una vita stroncata prematuramente da una grave malattia, quella  di Elisabetta Federico, una giovane adottata in Ucraina all’età di 5 anni e mezzo da una coppia italiana. 

La prima parte della storia  è dedicata alla narrazione di quel complesso e travagliato iter burocratico  legato alle contorte e ipocrite norme che regolano l’adozione internazionale e per la quale, i genitori adottivi di Lisa  hanno dovuto superare innumerevoli ostacoli.

Giunta in Italia, Lisa ha iniziato la sua nuova  vita a Roma, dove è cresciuta in un ambiente familiare sereno, nonostante alcune difficoltà legate all’integrazione con il mondo al di fuori delle mura domestiche.

Ma all’età di 17 anni la sua esistenza ha subito un contraccolpo, perché le è stata diagnosticata una rara patologia del sangue per la quale è stato necessario ricoverarla presso un noto ospedale  specializzato della Capitale.

Nonostante la malattia della giovane fosse curabile, a causa delle complicazioni insorte dopo il trapianto di midollo osseo, l’esito dell’intervento è stato letale.

I genitori di Lisa, che sono gli autori del libro, denunciano gli errori e le omissioni del personale sanitario, ponendo interrogativi sulla qualità dell’assistenza in uno dei più importanti ospedali italiani specializzati nella cura dei minori.

LaC ha riproposto un approfondimento di questa vicenda di amore familiare, di voglia di verità e di giustizia, un’atto di accusa sulla malasanità, sulla probabile imperizia medica e sul sospetto che, per gli autori del libro e per il Perito di parte e’ in realtà una certezza, del mancato rispetto della dignità del malato.

La leucemia di cui era affetta Lisa era rarissima e poteva essere curata soltanto attraverso il trapianto di midollo osseo. Grazie alla condivisione della sua storia e agli appelli lanciati dal padre, moltissimi potenziali donatori hanno aderito all’Admo, l’Associazione dei donatori di midollo osseo. Nell’ottobre 2017 era scattata una vera e propria campagna di sensibilizzazione in tutta Italia e non solo,  pur di trovare un donatore il più compatibile possibile per Elisa. Il primo trapianto avvenne il 19 gennaio 2018, ma senza esito

Una serie di gravi concause hanno determinato, alla fine del ricovero, il decesso della paziente. La causa, secondo quanto dichiarato dal Perito di parte della Procura della Repubblica, e’ dovuta al fatto  che – non furono messe in pratica condotte aderenti alle più importanti pratiche di buona condotta clinico-assistenziale nell’ambito del trapianto di midollo osseo.

Nella ricca programmazione di LaC, si raccontano, però, anche storie di buona sanità, anzi di eccellenze della medicina italiana che, ad esempio, hanno varcato i nostri confini partendo dalla Calabria per raggiungere  la fama, il prestigio e la notorietà anche all’estero, in Centri di diagnosi e cura ad altissima specializzazione.

È il caso proposto dal  programma “Vis-à-Vis“, condotto dalla giornalista Paola Bottero, conduttrice e protagonista insieme ad ospiti del illustri di un programma che racconta storie eccellenti del nostro paese e della Calabria.

Eh sì, esistono eccellenze anche nelle regioni delle quali,  come cronisti, siamo solitamente abituati a raccontare i fatti di cronaca che ne mettono in luce varie criticità e il malaffare, spesso, però, legati all’oblio prolungato kda parte delle Istituzioni.

Ma in questo, come in molti altri casi proposti da LaC TV, il Sud e lo Stivale, si affrancano da una certa narrazione più incline al noir e al disagio sociale ed economico del territorio, e lo fa grazie alla proposta della Rete attraverso il ricordo di uomini illustri, ai quali quella terra ha dato dato i natali, come nel caso del professore Franco Romeo, medico calabrese recentemente scomparso e la cui storia umana e professionale ci offre una prospettiva diversa e più sconosciuta della sua terra d’origine.

Nella consueta bella e toccante intervista di Paola Bottero, scopriamo attraverso le testimonianze di Pino Nano e nelle parole del discorso letto con grande emozione dalla figlia del professore nel giorno del suo funerale, che Franco Romeo  e’ stato un grande uomo, ma, soprattutto, un eccellente medico e scienziato,  che ha avuto la capacità di rivoluzionare il mondo della cardiologia, dagli Stati Uniti d’America all’Universita’ UniCamillus di Roma. 

Nel ripercorrere le puntate delle interviste a due realizzate  da Paola Bottero, si scoprono i lati spesso nascosti e più intimi dei suoi ospiti, anche di quelli, come il professore Romeo, “presenti in una sedia vuota”, tanto che, alla fine della puntata,  il telespettatore sente che la scomparsa di Franco Romeo, grande uomo e grandissimo medico,  ha lasciato inesorabilmente un vuoto incolmabile.

Così, con contenuti di spessore come quelli descritti, anche una televisione privata può fornire un’informazione di qualità e al tempo stesso svolgere un encomiabile servizio di pubblica utilità a “canone zero”.

Autore:

Redazione

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