L’arresto di Totò Riina,il Capo dei Capi

Palermo, venerdì 15 gennaio 1993, ore 09.00: il Capitano Sergio De Caprio ,noto come Capitano Ultimo , con alcuni dei Carabinieri suoi sottoposti, blocca l’auto segnalata sulla circonvallazione di Palermo e arresta Salvatore Riina, detto Totò ,il boss indiscusso di “Cosa nostra”.Un’ora dopo, il re dei Corleonesi è in Caserma fotografato sotto la foto del Generale Dalla Chiesa.

Quindici minuti, tanto è durato il blitz per mettere fine alla carriera criminale della “belva senza cuore”.

Totò Riina “il capo dei capi”

L’ascesa in Cosa nostra, ottenuta col sangue e la violenza;oltre 100 gli omicidi in cui è coinvolto e 26 gli ergastoli a cui è stato condannato.

Soldi a fiumi con la droga, gli appalti e la speculazione edilizia. Una conquista del potere a colpi di omicidi eclatanti e lupare bianche. Un’intera classe dirigente – da Michele Reina a Piersanti Mattarella a Pio La Torre – abbattuta. Caduti magistrati :Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rocco Chinnici;giornalisti , investigatori :Boris Giuliano, , Mario D’Aleo, Ninni Cassarà, Giuseppe Montana,il super prefetto,Carlo Alberto Dalla Chiesa.

E quando il maxi-Processo  diventa definitivo e cominciano a fioccare gli ergastoli per gli uomini d’onore, il padrino dichiara guerra allo Stato.

Una sorta di resa dei conti con la condanna dei nemici storici come i Giudici Falcone e Borsellino, a cui si deve il maxiprocesso, e di chi aveva tradito. La lista di chi andava eliminato era lunga e contava anche i politici che, secondo il boss, non avevano rispettato i patti. È la stagione delle stragi .

Operazione “Belva”

L’ operazione per la cattura di Riina prese il nome in codice “Belva” perché la belva era proprio lui,Riina .

L’unità speciale incaricata ,guidata da Ultimo, è la CrimOr, acronimo di criminalità organizzata, una squadra dell’Arma dei Carabinieri ,Reparto del R.O.S.-Ragguppamento operativo speciale -“da impiegare in servizio provvisorio di lunga durata“ed è formata da giovani Carabinieri per lo più ventenni, tutti con un nome di battaglia: Omar (“dal nome di un ragazzo tunisino”), Aspide (“il figlio più brutto della vipera”), Arciere (“Me lo ha dato Ultimo il nome”, racconta il Carabiniere, “perché diceva che tiravo frecciate”) e Vichingo (“ero biondo e atletico”). La loro azione più nota è la Duomo Connection, coordinata a Milano dal Procuratore Ilda Boccassini e a Palermo da Giovanni Falcone.Giovanni Falcone.

La cattura dell’uomo simbolo della stagione stragista dimostrò che lo Stato ,seppur ferito,era presente e vitale e che gli uomini che in lui credevano non erano morti né soli né invano.

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