Latina: operazione anti mafia “Scarface”. 33 arresti

Questa mattina la Polizia di Stato di Latina e Roma, coordinata dal  Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di 27 persone, sottoponendo al contempo alla misura degli arresti domiciliari altri 6 soggetti, tutti a vario titolo indiziati nell’ambito della medesima indagine di aver commesso reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa .

L’indagine in argomento, eseguite dai poliziotti della squadra mobile, ha ad oggetto il “clan” Di Silvio riconducibile a Di Silvio Giuseppe detto Romolo, organizzazione strutturata su base familiare e territoriale già protagonista di gravissimi episodi criminali a Latina: il capostipite Giuseppe Di Silvio detto Romolo è attualmente ristretto in carcere in espiazione di una lunga pena detentiva poiché condannato con sentenza definitiva, insieme al nipote, per l’omicidio di Fabio Bonamano, avvenuto nell’anno 2010.

Nell’ambito dell’inchiesta odierna, è stato, quindi, possibile ipotizzare l’esistenza di un gruppo organizzato di soggetti principalmente dediti all’estorsione ed al traffico illecito di stupefacenti che si è nel tempo sempre più radicato sul territorio di Latina. Le indagini sono state arricchite dal contributo delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia oltre che da quelle rese dalle vittime delle numerose estorsioni.

Le indagini traggono spunto da alcune spedizioni punitive organizzate nel centro storico di Latina e da richieste estorsive rivolte ad esercenti commerciali della cosiddetta Movida, che evidenziavano il tentativo da parte della famiglia Di Silvio di assumere il controllo del territorio in questa parte della città: venivano quindi avviate le attività di intercettazione telefonica ed ambientale sul conto di Giuseppe Di Silvio (cl. 1966) detto “ Romolo”, il quale impartiva le direttive  dal carcere romano di “ Rebibbia N.C.” attraverso i suoi  fidati familiari.

Sono state riscontrate una serie di attività estorsive messe in atto nei confronti di gestori di ristoranti o commercianti, i quali da tempo sono costretti a sopportare che i predetti indagati consumino pasti gratuitamente oppure fissando il prezzo di acquisto di merce di vario genere, alimentari e capi d’abbigliamento, pagando somme irrisorie autonomamente determinate.

Una delle principali piazze di spaccio gestite dal gruppo è risultato il centro storico di Latina con particolare riferimento alla “zona dei pub” lasciata per così dire libera dopo l’arresto dei fratelli Travali, in quanto erano loro ad averne il controllo.

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