L’editore traccia un ricordo personale di Antonio Catricalà

Caro Antonio,

hai voluto abbandonare questa Terra, lasciando addolorati, sgomenti e senza risposte i Tuoi amici.

Gli ultimi contatti, che ho avuto con Te, sono di questi giorni, e fanno seguito alla  nomina a Presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture.

Le mail che seguono sono la testimonianza di questo vivo ricordo:

 

Da: Segreteria ANSPC [mailto:segreteriadipresidenza@anspc.it]

Inviato: lunedì 22 febbraio 2021 12:46

A: antonio catricala <antonio.catricala@organismo-am.it>

Oggetto: congratulazioni 

Carissimo, vivissime felicitazioni per la Tua nomina a Presidente dell’IGI. 

È un Istituto che conosco bene e con cui, ho avuto, in passato, possibilità di collaborazione. Sono certo che, in un momento di indispensabile rilancio delle infrastrutture, darai, da questa nuova posizione, validi contributi per un’accelerata realizzazione delle opere. 

Un abbraccio  

Ercole 

 

Da: antonio catricala <antonio.catricala@organismo-am.it>

Oggetto: R: congratulazioni

Data: 22 febbraio 2021 17:21:31 CET

A: Segreteria ANSPC <segreteriadipresidenza@anspc.it>

Caro Ercole, grazie.

Cari e affettuosissimi saluti,

Antonio

 

Eri contento per questo incarico e mi avevi espresso la volontà di contribuire attivamente, come anche da mio auspicio, allo sblocco della situazione infrastrutturale del Paese. Hai tenuto fede all’impegno, manifestando il Tuo pensiero in occasione del discorso di insediamento del 18 febbraio u.s..

Con la Tua dote di sintesi e incisività, hai concentrato in tre proposte l’ idea di rendere le procedure di gara veicolo di accelerazione degli investimenti pubblici e strumento di trasparenza dell’attività amministrativa, anche nell’ottica della gestione del Recovery Fund: 1) unificare in un solo corpus normativo le disposizioni del Codice 50, del Decreto Sblocca-cantieri e del Decreto-Semplificazione; 2) alleggerire la disciplina sugli appalti pubblici da tutte le norme non direttamente correlate alla materia delle gare; 3) introdurre una sessione parlamentare, sul modello della Legge europea, in cui concentrare tutte le problematiche emerse in sede applicativa, tenendo presente, come bussola, le Direttive comunitarie.

Antonio, eri un “giovane” di 69 anni, con responsabilità, ultime, alla guida dell’Organismo – Agenti e Mediatori (OAM), oltre che dell’IGI.

Un percorso professionale ampio e di altissimo livello, che Ti ha portato ad essere Presidente dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato (2005-2011), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Monti dal novembre 2011, Vice Ministro dello Sviluppo del Governo Letta nel 2013, Magistrato del Consiglio di Stato dal 2014.

Successivamente Ti sei dedicato all’attività professionale, creando uno Studio, che è diventato un riferimento per la città, e non solo.

Fine e sapiente giurista, i cui pareri in varie occasioni hanno fatto scuola, appassionato docente, impegnato Civil Servant, lasci un vuoto incolmabile.

Ho ancora vivo il ricordo di quando, incontrandoci nel Tuo Studio, Ti proposi di entrate a far parte del Comitato Scientifico della Rivista Tempo Finanziario e del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito.

La Tua immediata adesione, facendo riferimento ai nostri rapporti personali ed al prestigio delle posizioni che proponevo, mi toccò profondamente. Mi hai commosso per lo slancio e per le belle parole che mi hai indirizzato. Ma eri Tu, caro Antonio, che contribuivi, con la Tua presenza, ad accrescere il valore e la visibilità del contesto che Ti accoglieva.

Da persona seria e corretta hai, successivamente, pienamente onorato i ruoli, con efficaci contributi e preziosi consigli.

Un Tuo pensiero, ma in tema più generale, voglio riprendere e lasciarlo, mi sia consentito, come testamento della Tua cultura.

Su MF, di un mese fa, è apparso un Tuo articolo dal titolo “Quella stretta via tra Stato e mercato per rilanciare l’Italia”. Scrivevi: “Nel dibattito pubblico quando si discute dell’intervento dello Stato nell’economia si evoca il fantasma dell’Iri additandolo a esempio negativo. Invece dobbiamo ripartire proprio da quell’acronimo che indicava nella ricostruzione industriale la mission dell’Istituto. Siamo in una fase straordinaria, che richiede la mobilitazione di tutte le energie del Paese e l’abbandono di contrapposizione ideologiche”.

Dal momento che ho avuto, in una fase della mia vita professionale, l’opportunità di respirare il clima IRI, nella posizione di membro del Collegio Sindacale e del CdA della Cofiri, concordo, ancora una volta con il Tuo pensiero: In certi contesti ‘back to the past’, può essere l’orientamento saggio per utilizzare le migliori esperienze ed uscire dalle “contrapposizioni ideologiche”.

Ti ringrazio, Antonio, per il privilegio che mi hai dato, considerandomi Tuo amico.

Con memore e commosso ricordo, anche da parte del Comitato Scientifico di Tempo Finanziario e del Consiglio Direttivo di ANSPC, Ti invio un affettuoso ‘CIAO’.

Tuo Ercole

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