Lo Sri Lanka ferma l’importazione di olio di palma

Nello Sri Lanka, a differenza dei grandi paesi produttori di olio di palma come l’Indonesia e la Malesia, le palme da olio non sono all’origine di drammatici processi di deforestazione, ma hanno preso il posto delle piantagioni di gomma e stanno creando comunque danni ambientali.

Secondo gli esperti ambientali della Central Environmental Authority un aspetto preoccupante sarebbe che la palma da olio africana dello Sri Lanka, la cui coltivazione su larga scala è iniziata a metà degli anni Novanta del secolo scorso, rischia di diventare una specie invasiva. Si è diffusa in modo esponenziale nella riserva forestale Indikada Mukalana, nella parte occidentale del paese, dove avrebbe provocato conseguenze non prevedibili sulla flora e la fauna autoctone.

Siril Wijesundara, ex Direttore generale del Dipartimento dei giardini botanici e membro di un team incaricato di documentare le specie di piante aliene invasive dello Sri Lanka, pensa sia importante prevenire la rigenerazione naturale dei semi di palma da olio sia all’interno delle piantagioni, sia nei terreni circostanti.

Secondo il professor Gamini Hitinayake, membro del gruppo di esperti del Central Environmental Authority, la proliferazione delle palme da olio costituirebbe una minaccia per le specie vegetali e animali autoctone. A suo parere, la palma da olio avrebbe messo in pericolo tutte le colture tradizionali, di norma considerate come più rispettose dell’ambiente.

Hitinayake ha spiegato che l’albero dell’olio di palma assorbe molta acqua, il che fa temere che possa prosciugare i locali corsi d’acqua. La palma da olio è una pianta che cresce in tempi rapidi e richiede un alto tasso di consumo di acqua, specialmente durante la sua fase di accrescimento.

Un ulteriore problema evidenziato nel rapporto del gruppo di esperti è che le piantagioni di palma da olio non hanno consociazioni o sottobosco; si tratta quindi di una monocoltura che non gioca a favore della tutela della biodiversità.

Sono circa 11.000 gli ettari di palme da olio piantate in tutto lo Sri Lanka, ma, in molti casi, i piantatori avrebbero violato le linee guida generali previste per la coltivazione di questa coltura.

Per legge è vietato piantare palme da olio su pendii più ripidi di 30 gradi, ma in alcune zone vengono coltivate anche su pendii più ripidi di 60 gradi. Esiste il divieto di piantare nelle zone umide o sulle rive dei fiumi, ma anche questo divieto è stato spesso violato.

La nuova politica governativa prevede il blocco delle importazioni di olio di palma e l’obbligo di radere al suolo il 10% della superficie coltivata ogni anno a palma da olio, allo scopo di reimpiantare alberi da gomma e altre colture che richiedono meno dispendio di acqua.

La Palm Oil Industry Association dello Sri Lanka ha respinto le raccomandazioni del gruppo di esperti, a partire dalle quali è stato decretato il divieto governativo e ha aggiunto che le aziende che hanno investito in maniera preponderante nella coltivazione della palma da olio non intendono fare un passo indietro e promette di presentare ricorso verso il provvedimento.

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