Sono stati condannati con rito abbreviato a 4 anni e mezzo di reclusione e a 3 anni e 9 mesi, oltre a una multa da 1.200 e 1.000 euro, i due giovani egiziani, rispettivamente di 22 e 27 anni, che la sera dello scorso 23 dicembre rapinarono in strada a Milano il figlio allora 19enne del vicepremier Matteo Salvini. Lo ha deciso questa mattina il gup Guido Salvini, che ha ordinato per i due anche l’espulsione dal territorio nazionale, a pena espiata.
Contestata anche un’altra rapina nel giorno di Natale
Le indagini, condotte dalla squadra mobile della questura di Milano e coordinate dalla Pm Barbara Benzi, avevano permesso di contestare ai due giovani anche un’altra rapina, avvenuta il giorno di Natale. I due imputati, entrambi rei confessi, grazie a una colletta di amici, avrebbero anche risarcito con qualche centinaio di euro le due vittime (nessuna delle quali si è costituita nel processo). Per questo gli sono state riconosciute le attenuanti generiche, equivalenti alle aggravanti.
Federico Salvini stava camminando in strada, in via Jacopo Palma, zona Gambara, quando verso le 20.30 del 23 dicembre i due lo avvicinano, chiedendogli una sigaretta. Lui rifiuta e viene inseguito, poi fermato, preso per il bavero, minacciato con una bottiglia di vetro, costretto a sedersi a terra e a consegnare iPhone e portafogli, che i due gettano a terra, dopo averne prelevato il contenuto, circa 200 euro in contanti.
Il figlio del Segretario della Lega avverte subito la Polizia e denuncia la sera stessa la rapina subita. Il telefono rubato, dotato di geolocalizzazione, viene ritrovato il giorno successivo, grazie alla segnalazione del titolare di un parrucchiere, dentro a cui uno dei due rapinatori aveva nascosto lo smartphone la sera della rapina. Il commerciante scatta anche una foto al ragazzo, che viene riconosciuto dal figlio di Salvini.
Le indagini della squadra mobile consentono di risalire anche a una seconda rapina effettuata dai due giovani egiziani con lo stesso modus operandi la notte di Natale: la vittima è un uomo di 38 anni, avvicinato con la scusa di aver bisogno di un accendino e poi inseguito, spintonato a terra e minacciato con un coccio di bottiglia. “Dammi il telefono o ti ammazzo”, gli avrebbero detto i due rapinatori, prima di allontanarsi con lo smartphone della vittima.
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