Non conosce pause nel nostro Paese il business delle banconote false

Nel 2020 a livello mondiale le banconote in euro riconosciute false sono state circa 460mila con una riduzione di poco meno del 18% rispetto al valore del 2019. Sempre nel 2020 in Italia il CNA, Centro Nazionale di Analisi delle falsificazioni della Banca d’Italia, ha riconosciute false 65.229 banconote con un calo rispetto all’anno precedente di poco meno del 28%.

Sono questi i dati resi noti dalla Banca d’Italia nel volume “Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia“, uno dei documenti distribuiti in occasione delle Considerazioni Finali del Governatore di fine maggio.

Sono cifre, che vanno contestualizzate nella dimensione del fabbisogno complessivo di banconote. A livello di Eurosistema, invertendo la tendenza decrescente degli ultimi anni, nel 2020 si è registrato un aumento di 5,7 miliardi di pezzi, di cui i tre quarti per i tagli da 10,20 e 50 euro. Tutto ciò a fronte di un ammontare complessivo, alla fine del 2020, di 26,5 miliardi di pezzi in circolazione per un valore superiore ai 1434 miliardi di euro.

In Italia alla stessa data le banconote in euro in circolazione si calcolava che fossero 4,9 miliardi di pezzi per un valore di circa 1778 miliardi di euro. Nel 2020 la produzione di banconote da parte della Banca d’Italia è stata di circa 692milioni di pezzi di banconote da 50 euro, corrispondenti all’85% della produzione pianificata. Per inciso, si ricorda che nell’Eurosistema i volumi di produzione a livello nazionale assegnati alle singole Banche Centrali sono decisi sulla base delle percentuali della loro partecipazione al capitale della Banca Centrale Europea e del calcolo dei “fattori di equivalenza dei diversi tagli di banconote”.

Anche in questo specifico campo le statistiche del 2020 risultano condizionate dagli effetti della diffusione della Pandemia da Covid-19, sia in negativo per le criticità legate alla produzione di banconote e alla loro distribuzione nel periodo del lockdown a fronte di un’accresciuta richiesta proveniente dai distributori automatici; sia in positivo, per la diminuzione, come già ricordato, dei ritiri di banconote false, a seguito delle misure di restrizione della libertà di movimento territoriale.

Sicuramente, quest’ultimo è un dato di cui prendere atto con soddisfazione sul versante della legalità economica; anche se non deve indurre a facili illusioni per il successo nel contrasto alle falsificazioni, in particolare in Italia, dove è accertata una rilevante produzione di falsi in Campania, tra Caserta e Napoli.

E ciò per due motivi. Il primo, perché, con il ritorno a condizioni di normalità nel corso di quest’anno, è facilmente prevedibile, purtroppo, un rimbalzo del livello di falsificazioni a valori prepandemici, certificato attraverso il ritiro delle banconote.

Il secondo motivo è ancor più preoccupante, in quanto è ormai stato accertato che i livelli di produzione delle banconote false, in realtà, non hanno mai subito una contrazione, avvalendosi di canali di sbocco legati ad aspetti tecnologicamente innovativi, come i social e il dark web, l’internet illegale. Ed è, infatti, soprattutto su questo versante che, secondo  le forze di Polizia, si giocherà la sfida per contrastare efficacemente, d’ora in poi, la produzione e la diffusione delle banconote false.

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