Nuovo allarme della Banca d’Italia e della Consob per le cripto attività

Non lascia certamente spazio a dubbi la posizione congiunta, assunta recentemente dalla Banca d’Italia e dalla Consob, in materia di diffusione delle cripto attività sul mercato retail. Una presa di posizione, che segue l’allarme lanciato dalle tre Authority di Vigilanza europee, EBA, ESMA ed EIOPA, per la natura altamente rischiosa e speculativa delle cripto attività, tale da sollecitare la massima attenzione negli acquirenti per gli ingenti rischi connessi al loro acquisto e alla successiva detenzione.

Lo si può facilmente desumere dal Comunicato Stampa, diffuso la scorsa settimana dalle due Authority di Vigilanza, dove, da un lato si riconosce il crescente interesse del pubblico, anche dei piccoli risparmiatori, verso questi strumenti finanziari. Dall’altro lo si mette in guardia dall’aderirvi, senza aver preliminarmente condotto una attenta valutazione degli aspetti di rischiosità; incluso quello ancor più allarmante dei casi in cui “le offerte sono effettuate da operatori abusivi, non autorizzati, non regolati e non vigilati da alcuna Autorità”.

Comunicato Stampa sulle cripto attività

In questo Comunicato viene, anche, sottolineato che l’acquisto di cripto attività avviene attualmente, senza potervisi applicare le norme di trasparenza dei prodotti bancari e dei servizi di investimento e senza l’applicazione delle relative specifiche forme di tutela. Infatti, la preoccupazione principale delle nostre Autorità è legata alla mancanza di un quadro regolamentare complessivo di riferimento, in attesa dell’approvazione della relativa Proposta della Commissione dell’Unione Europea.

Occorre, pertanto, in prospettiva una cornice normativa che tenga conto dei rischi di varia natura legati alle criptoattività: dalla scarsa disponibilità di informazioni sulle loro caratteristiche principali alle modalità di determinazione dei loro prezzi. Dalla volatilità delle loro quotazioni alla complessità della tecnologia sottostante. Dall’assenza di tutele legali e contrattuali legate agli obblighi informativi da parte degli operatori all’assenza di regole poste a salvaguardia delle somme impiegate dagli acquirenti.  Preoccupante è, poi, il fatto che la diffusione di questi strumenti finanziari avviene anche attraverso il canale digitale, facilitandosi, così, il loro acquisto da  parte di un bacino  di potenziale clientela ancor più ampio.

Una lista di caratteristiche, in definitiva, decisamente allarmanti, a cui vanno aggiunti i rischi di perdite per il malfunzionamento delle piattaforme tecnologiche, per i possibili attacchi informatici e per lo smarrimento delle chiavi di accesso ai portafogli elettronici.

Scorrendo questo nutrito elenco di elementi che ne sconsiglierebbero l’acquisto, c’è da chiedersi, allora, come mai le criptoattività continuino a riscuotere l’interesse del pubblico. Probabilmente, la risposta più sensata rimanda al miraggio degli ingenti guadagni sperati (finora appannaggio di pochi operatori) controbilanciato, purtroppo, dalla cruda realtà delle sostanziose perdite registrate dalla grande massa dei più sprovveduti.

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