Recovery Bond, un primo passo reale verso gli Eurobond

Sono, ormai, diversi anni che nell’ambito dell’Unione Europea si dibatte sulla possibilità di ricorrere allo strumento finanziario degli Eurobond, che dovrebbero assurgere a simbolo della coesione di Casa Europa. Infatti, con questi titoli verrebbe, finalmente, spazzato via il muro che finora ha impedito l’affermarsi di un reale reciproco sostegno tra i Paesi dell’Unione, accogliendo il principio della mutualizzazione dei debiti. Ecco, perché, nell’ambito dei meccanismi del Recovery Fund, desta notevole interesse il fatto che, alla fine del lungo e non semplice percorso che va dalla presentazione dei singoli Recovery Plan da parte degli Stati, alla loro approvazione da parte della Commissione Europea e del Consiglio Europeo e  alla successiva erogazione delle somme, si procederà all’emissione di titoli finanziari, denominati Recovery Bond.

Ricordato che il Recovery Fund ha una dotazione complessiva di 750 miliardi di euro, di cui 360 sotto forma di prestiti e 390 di sovvenzioni a fondo perduto, appare probabile che inizialmente questi titoli verranno collocati attraverso consorzi bancari formati da istituzioni con cui Bruxelles si sarà preliminarmente accordata per l’effettuazione di questo servizio. Naturalmente, non è da escludere che, in un secondo momento, alla luce di una favorevole accoglienza da parte dei mercati, si decida di optare per la strada alternativa dell’assegnazione mediante meccanismi di asta.

Differenza Recovery Bond e Eurobond

Si sarà, così, finalmente arrivati alla tanto sospirata concretizzazione di quel disegno di Eurobond, richiesto da molti politici ed economisti? Purtroppo no, secondo il parere degli esperti e per almeno due motivi .

Il primo motivo è legato al fatto che l’ emissione di Recovery Bond sarà garantita non collettivamente, ma dai singoli Stati Membri. Anche se, considerato lo sfasamento tra l’entità delle garanzie prestate e l’altra delle sovvenzioni erogate, in più di un caso, inevitabilmente una parte dell’ammontare complessivo risulterà, comunque, mutualizzato .

Il secondo motivo concerne la temporaneità del Recovery Fund e, conseguentemente, quella dei Recovery Bond, che potranno essere considerati per questa specificità solo in parte dei “safe assets”, paragonabili ad altri titoli finanziari di primaria importanza.

Accertata, dunque, la differenza sostanziale tra Recovery Bond ed Eurobond, rimane il fatto che, comunque, si tratterà di un primo passo reale verso quello che è l’obiettivo dichiarato, uno strumento finanziario condiviso e collettivamente garantito, così come ha ribadito durante il recente vertice europeo lo stesso Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it