Riapertura bar e ristoranti nelle zone “gialle”? La parola passa al Governo

Riapertura dei ristoranti anche a cena nelle zone gialle.  Questa è la richiesta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.

Il Comitato Tecnico-Scientifico frena: “Una rimodulazione dei pacchetti di misure potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio. Si rimanda alle valutazioni del decisore politico”.

La richiesta di aprire i ristoranti e i bar fino alle 22, dal 5 marzo, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle era arrivata dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo diversi incontri con la Fipe di Confcommercio e la Fiapet di Confesercenti.

Secondo il Cts si devono mantenere le mascherine obbligatorie e il distanziamento di 1 metro tra i tavoli. Verrà fissato anche un numero massimo di persone consentite al tavolo, ovvero 4, se si tratta di non conviventi.

Ogni locale dovrà esporre un bollino con il numero massimo di capienza del locale a fronte del distanziamento. Stesse regole per i bar che non potranno fare buffet e non dovranno esporre giornali o carte da gioco.

Soddisfazione delle Regioni “gialle” sulla riapertura dei ristoranti

Il Presidente della Regione Liguria e Vice Presidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti. scrive su Facebook: “Ristoranti aperti la sera in zona gialla e a pranzo in zona arancione: è arrivato finalmente il parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico e speriamo che si possa partire al più presto. Lo avevamo chiesto più volte in Conferenza delle Regioni e siamo soddisfatti. Auspichiamo quindi che arrivi subito il via libera anche da parte del Governo perché permettere alle nostre attività di lavorare in sicurezza deve essere, insieme alla lotta al virus, una priorità assoluta per il Paese”.

Il nuovo Dpcm scade il 5 marzo, ma già il 15 febbraio non ci sarà più il divieto di spostamento tra le regioni e si riaprono gli impianti da sci, quindi potrebbero subentrare anche ulteriori cambiamenti.

Le aperture saranno possibili ma bisognerà comunque rispettare rigide regole per evitare assembramenti e il rischio di un nuovo picco di contagi di coronavirus.

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