Riforma della giustizia civile, uno snodo fondamentale anche per il suo impatto economico

Tra i punti qualificanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza spicca l’obiettivo della riforma della giustizia civile, uno degli snodi fondamentali per favorire lo sviluppo economico del Paese a aumentarne la capacità di attrazione nei confronti dei potenziali investitori stranieri.

Con il sì definitivo della Camera dei Deputati della scorsa settimana il progetto di riforma compie un passo avanti significativo verso l’agognato traguardo della sua effettività.

Uno degli aspetti cruciali della riforma è l’accorciamento dei tempi medi del processo che attualmente, sulla base dei dati forniti durante l’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario, si attesta sui 348 giorni; una durata che si estende ancor di più (627 giorni) per quei procedimenti che giungono in appello e per quelli arrivano al terzo grado di giurisdizione in Cassazione (abbondantemente oltre i 2 anni).

Per cogliere l’obiettivo quinquennale di dimezzamento di questi tempi e, quindi, la relativa contrazione dei costi a carico della collettività sono previste alcune specifiche forme di intervento.

In particolare, si prevede di intervenire sul versante degli istituti di risoluzione alternativa, mediazione delle controversie civili e commerciali e negoziazione assistita, con l’adozione di un testo unico di riferimento, con l’aumento della misura degli incentivi fiscali, favorendo la partecipazione delle parti anche con modalità telematiche e potenziando la formazione e l’aggiornamento dei mediatori.

Sono, inoltre, previsti in caso di giudizio davanti a un unico giudice misure di semplificazione procedurale e di valorizzazione delle fasi anteriori alla prima udienza allo scopo di definire chiaramente il quadro complessivo delle pretese delle parti e dei mezzi di prova richiesti, giungendo, così, a quell’appuntamento con una controversia dai contorni già ben definiti.

Un impatto decisamente positivo, in termini di accorciamento di tempi e di risparmi di costi, dovrebbe, infine, risultare dall’ istituzione di un Tribunale per le persone, per i minori e per le famiglie, organismo,  che, da un lato sostituirà l’attuale tribunale per i minorenni con le relative competenze civili e penali; dall’altro rileverà le competenze civili del tribunale ordinario in materia di stato e capacità, sia di persone che della famiglia.

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