Roberto Rossellini: 44 anni fa moriva il grande regista

La sua più grande affermazione resterà per sempre nella storia: “Non voglio fare film belli. Voglio fare film utili. E Roberto Rossellini ci è sempre riuscito.

Nato a Roma nel 1906 è diventato negli anni uno dei più importanti registi della storia del cinema italiano; suoi i capolavori “Roma città aperta“, “Anima nera“, “Siamo donne“. Nella sua carriera 28 grandissimi come regista e tantissimi altri come sceneggiatore. Durante la sua carriera vinse alcuni dei più importanti premi cinematografici tra cui la Palma d’oro al Festival di Cannes, il Leone d’oro al Festival di Venezia e cinque Nastri d’argento. A questi si aggiunge anche una candidatura ai Premi Oscar.

Venne definito uno dei padri del neorealismo del cinema italiano. Martin Scorsese lo considera il padre del cinema moderno (il suo documentario sul cinema Italiano si intitola Viaggio in Italia proprio in onore di uno dei suoi film) ed Elia Kazan di aver cambiato il suo modo di girare dopo averlo visto.

Con la sua trilogia antifascista composta da Roma città aperta del 1945, Paisà del 1946 e Germania anno zero del 1948, inaugura una stagione fatta di attori non protagonisti, forme ed accenti dialettali, sceneggiature parzialmente lasciate all’improvvisazione, che trasformano il cinema dei cosiddetti telefoni bianchi, immacolati e perfetti in tutto. Passerà alla storia anche la sua relazione con Ingrid Bergman che si offrì, professionalmente parlando, al regista romano in una famosa lettera. Dopo aver girato Stromboli terra di Dio nel 1950, i due lasciarono i rispettivi coniugi per sposarsi, ma lo scandalo al tempo fu grandissimo. Si dice che Hollywood non gli perdonò mai di aver sottratto la star svedese al cinema USA, tanto da non avergli mai fatto vincere un Oscar. Dal loro amore, nel 1952, nasce una delle più grandi attrici italiane e mondiali: Isabella Rossellini.

Roberto Rossellini preferì sempre lavorare con gli attori non-professionisti; quando girò Germania anno zero non fu in grado di trovare una faccia che ritenesse “interessante“. Si racconta che Roberto Rossellini posizionò una cinepresa nel centro di una piazza, come aveva già fatto per Paisà, ma fu sorpreso del fatto che nessuno si avvicinasse per guardare.

Come dichiarò in un’intervista: “Al fine di creare realmente il personaggio che uno ha in mente, è necessario che il regista si impegni in una battaglia con i suoi attori, che normalmente finisce con la sottomissione ai loro desideri. Siccome non voglio sprecare le mie energie in questo tipo di battaglia, io uso attori professionisti solo occasionalmente“.

 

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