Rosario Angelo Lavatino diventerà beato a maggio

Domenica, 9 maggio 2021, si terrà la beatificazione del Giudice Rosario Angelo Lavatino, presso la Cattedrale di Agrigento. A darne la notizia è l’Arcivescovo di Agrigento, il Cardinale Francesco Montenegro, assieme all’Arcivescovo coadiutore, Monsignor Alessandro Damiano.

Il 21 dicembre 2020, papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio, aprendo la strada della sua beatificazione.

All’incontro per dare l’annuncio, nella sala Giovanni Paolo II, del Palazzo Arcivescovile, hanno partecipato i rappresentanti delle Autorità civili, ecclesiali e della magistratura provinciale.

Chi era Rosario Angelo Lavatino?

Rosario Livatino e nato a Canicattì nel 1952. Nel 1971 si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, presso la quale si laureò con la lode nel 1975.

Tra il 1977 e il 1978 ha prestato servizio come Vicedirettore in prova nell’Ufficio del Registro di Agrigento. Nel 1979 diventa Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Agrigento e rimase in carica fino al 1989.

Rosario Angelo Lavatino si è occupato di quella che sarebbe esplosa come la Tangentopoli siciliana. Mettendo a segno numerosi colpi nei confronti della mafia, attraverso la confisca dei beni.

Venne ucciso il 21 settembre 1990 ad Agrigento sulla SS 640. Il Giudice si stava recando, senza scorta, in Tribunale, quando è stato raggiunto da quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra.

Lavatino si trovava a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto, quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò la fuga a piedi attraverso dei campi li vicini. Ma fu raggiunto dopo poche decine di metri e ucciso a colpi di pistola.

Il Giudice Ragazzino

Otto mesi dopo la morte del Lavatino, l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga definì “giudici ragazzini“ una serie di magistrati neofiti impegnati nella lotta alla mafia.

Possiamo continuare con questo tabù – affermò Cossiga – che poi significa che ogni ragazzino che ha vinto il concorso ritiene di dover esercitare l’azione penale a diritto e a rovescio, come gli pare e gli piace, senza rispondere a nessuno? Non è possibile che si creda che un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano, sia in grado di condurre indagini complesse contro la mafia e il traffico di droga. Questa è un’autentica sciocchezza! A questo ragazzino io non gli affiderei nemmeno l’amministrazione di una casa terrena, come si dice in Sardegna, una casa a un piano con una sola finestra, che è anche la porta”.

Dodici anni dopo, in una lettera aperta pubblicata dal Giornale di Sicilia, Cossiga smentì che quelle affermazioni dispregiative fossero riferite a Rosario Livatino.

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