Salari italiani al palo: tra il 1991 e il 2022 crescita dell’1%

Il Presidente dell’Inapp Sebastiano Fadda sta illustrando oggi , presso la Camera dei deputati, il nuovo Rapporto dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche.

Il cambiamento del mercato del lavoro dopo la crisi pandemica, il ruolo della formazione, l’evoluzione delle professioni e i fabbisogni delle imprese, il welfare e le politiche in favore delle persone disabili, sono alcuni dei temi approfonditi dal Rapporto Inapp 2023 che punta ad offrire ai decision maker una bussola per orientarsi sulle trasformazioni in corso del mercato del lavoro italiano.

Dal Rapporto emerge che tra il 1991 e il 2022 i salari reali in Italia sono rimasti sostanzialmente fermi, con una “crescita” dell’1% a fronte del 32,5% in media registrato nell’area Ocse. Secondo quanto scritto da Inapp il dato negativo è legato anche alla bassa produttività del lavoro, cresciuta comunque più delle retribuzioni.

Nella distribuzione del reddito si vede una caduta crescente della quota dei salari sul Pil e una crescente quota dei profitti. “Ci sono forti dubbi – si legge nel Rapporto – sulla sulla tenuta di tale modello nel lungo periodo“.

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Redazione

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