Terremoto Amatrice, 7 anni dal sisma che devastò il Centro Italia: oggi il ricordo della tragedia

Erano le 3:36 del 24 agosto 2016 quando la terrà tremò nel Centro Italia. Una scossa fortissima, di magnitudo 6.0, poi il silenzio, urla, dolore. Sette anni fa Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto furono devastate dal terremoto, una scia sismica che per mesi ha terrorizzato i cittadini di quei territori meravigliosi, storici.

41 mila sfollati, 303 morti, 340 mila edifici danneggiati, un danno complessivo di 28 miliardi di euro e un dolore incalcolabile: questa la pesante eredità che l’Italia porta con se dall’oramai indimenticabile notte di fine estate che ha segnato le vite di tanti cittadini del Centro Italia. Oggi i media nazionali ricordano, a distanza di 7 anni, i fatti che sconvolsero il nostro Paese e come ogni anno anche i Comuni colpiti dal sisma si sono attivati con iniziative, messe e attività al fine di non dimenticare, al fine di far rimanere alto il livello di allerta su quei territori che hanno ancora bisogno di assistenza e aiuto, di essere ricostruiti.

Il Comune di Amatrice, come accade ogni anno, ha programmato per oggi il lutto cittadino per ricordare le vittime, stessa cosa anche per il Comune di Accumoli. La ricostruzione, però, è stata difficile, talvolta troppo lenta, con difficoltà e ritardi importanti per le oltre 14 mila famiglie che vivono in assistenza abitativa, lontani dalle loro case, da una vita “normale”.

In questa giornata di ricordo non è mancato il contributo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affidatasi ad una nota stampa diffusa dal sito del Governo: “Sono trascorsi sette anni dal terribile terremoto che alle 3.36 del 24 agosto 2016 ha colpito il Centro Italia. Una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari.”

La Premier ha poi toccato il tema relativo alla ricostruzione, ammettendo che la strada da percorrere per tornare ad una situazione di normalità è ancora lunga: “Purtroppo, a sette anni dal terremoto la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre 14mila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case – ricorda la Premier – molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare. Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri. Il lavoro di squadra tra il Ministro per la Protezione Civile Musumeci, il Commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati. In questi mesi – continua la Meloni – dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche“.

Molto rimane da fare per rispondere al desiderio dei nostri connazionali di continuare a vivere dove sono nati e cresciuti – conclude la Meloni – il nostro dovere è sostenere questo percorso di rinascita sociale ed economica con risposte concrete e interventi efficaci. Perché ricostruire i territori colpiti dal terremoto non è solo un obbligo morale delle Istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l’economia nazionale. Una sfida enorme ma che, tutti insieme, possiamo vincere“.

(Screenshot da Ansa/RaiNews)

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Redazione

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