Secondo il nuovo Dpcm di Draghi non è consentito spostarsi in Italia tra Regioni, ma ci sono liste di Paesi esteri verso i quali è possibile recarsi per turismo. In questo clima si fa strada un sentimento particolare, il cosiddetto travel shaming.
Che co’è il travel shaming?
Questo termine, va a indicare il biasimo e la “condanna senza se e senza ma” nei confronti di chi ha la possibilità di viaggiare e raggiungere le seconde case. Un fenomeno che ha trovato un terreno fertile sui social network. Al punto che chi viaggia in questi mesi complessi ci pensa bene prima di postare le proprie foto e video, reduci da tutte quelle volte in cui si è prodotta una tempesta di commenti d’odio e messaggi passivo-aggressivi.
Chi ne è vittima?
Vittime di questa ondata di disprezzo sono, soprattutto, i travel influencer. Alcuni imprenditori del web rispondono al travel shaming dichiarando che per loro il viaggio è lavoro. Ne è un esempio l’influencer ceco-tedesca Barbora Ondrackova, accusata, da alcuni utenti, di infrangere le regole anti Covid. La ragazza si è difesa dichiarando: “Personalmente non capisco come una persona che non mi ha mai incontrato, che non mi conosce, e non ha niente a che fare con me, abbia il coraggio di dire che sto infrangendo le regole, che non sto indossando la mascherina e diffondendo la Covid19, che finora non ho contratto, basandosi su un video di 25 secondi”.
Ma anche i vip non sfuggono all’ occhio del mirino dei haters. Come Kylie Jenner dopo un viaggio a Parigi, meta formalmente proibita agli statunitensi. Ma anche Kim Kardashian, che ha fatto una sorpresa agli amici più cari e alla famiglia, regalando loro un viaggio su un’isola privata della Polinesia Francese.
Ovviamente se si è delle persone conosciute, ricevere dei commenti negativi sotto le proprie foto è la normalità. Ma il fenomeno ha colpito anche le persone normali, considerate colpevoli per il semplice fatto di essere saliti su un aereo per una vacanza, o per altre motivazioni.
