UE, ribassata la stima del Pil italiano

La Commissione Europea ribassa la crescita attesa per l’economia italiana nel 2023 e nel 2024. Le stime, per il nostro Paese, sono tornate quelle previste lo scorso inverno.

Il Pil italiano, nel 2023, dovrebbe salire dello 0,9% rispetto al 2022, contro il +1,2% atteso in primavera. Per il 2024, invece, la crescita è stimata a +0,8%, contro il +1,1% di primavera.

In una nota la Commissione Europea scrive che la crescita economica dell’Italia ha iniziato a rallentare trascinata dal calo della domanda interna, in particolare dagli investimenti nell’edilizia. La rimozione graduale degli incentivi straordinari e temporanei per le migliorie edilizie decise durante la pandemia, che hanno spinto l’attività edilizia in modo cospicuo negli ultimi due anni, ha contribuito a questi sviluppi.

L’inflazione, invece, dovrebbe restare elevata nel 2023, al +5,9%, un valore comunque inferiore di 0,2 punti percentuali alla stima dello scorso maggio, per poi ripiegare al 2,9% nel 2024.

Dolente la nota sui rincari dei prezzi al consumo: in Italia sono i maggiori tra le grandi economie dell’area euro, dopo la Germania.

A commentare il quadro della situazione è il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: “L’Ue ha evitato la recessione lo scorso inverno. Un’impresa non da poco, data l’entità degli shock che abbiamo dovuto affrontare. Questa resilienza, evidente nella forza del mercato del lavoro, testimonia l’efficacia della nostra risposta politica comune. Tuttavia, i tanti ostacoli che le nostre economie si trovano ad affrontare quest’anno hanno portato ad una spinta alla crescita più debole rispetto a quanto previsto in primavera. L’inflazione sta diminuendo, ma a velocità diverse nell’Ue“.

Nonostante i disagi economici forti, dovuti alla guerra in Ucraina, secondo Gentiloni bisogna continuare ad avere fiducia nel futuro dell’economia europea, capace di crescere in maniera sostenibile. “L’efficace attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza – afferma Gentiloni – rimane una priorità fondamentale. Dovrebbero essere perseguite politiche fiscali prudenti e favorevoli agli investimenti, in sintonia con gli sforzi continui delle nostre banche centrali per domare l’inflazione. Infine, dobbiamo lavorare con determinazione per concludere entro la fine dell’anno un accordo sulla riforma delle nostre regole di bilancio“.

(Foto da Pixabay)

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Redazione

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