Aumento del consumo di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti

Il mercato degli stupefacenti è mutato, il costo delle droghe è sceso dall’inizio della pandemia da Covid. In più i consumatori hanno trovato un nuovo metodo per procurarsela e cioè su internet.

A lanciare l’allarme sono stati i Presidenti della Federazione servizi dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear).

Secondo i dati ufficiali, risalenti al 2018, 880mila ragazzi, tra i 15 ed i 19 anni, hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze illegali. Ma, attualmente,  l’età è scesa arrivando a coinvolgere una target compreso tra gli 11 e i 14 anni.

Su 300mila persone che si rivolgono ai servizi pubblici per dipendenze da sostanze stupefacenti, solo il 10% sono adolescenti. Dunque la fascia degli adolescenti è rimasta schiacciata tra i piccoli e gli adulti e soggiogata anche dalle sostanze legali: alcool, analgesici oppiacei ed altri psicofarmaci che vengono assunti in mix. Il policonsumo, cosi soprannominato, è ciò che maggiormente mette a rischio la vita di questi adolescenti.

L’unica soluzione, suggeriscono gli esperti, è quella di “agire sul territorio e costruire delle relazioni, vanno ripensati i servizi classici in base a queste nuove tendenze giovanili e attivati dei percorsi di prevenzione strutturati specifici per minori con dipendenze” visto che ce ne sono pochi nel nostro Paese e sono quasi assenti in alcune regioni come Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Calabria e Puglia.

Il Covid ha inoltre creato ulteriori problemi nei servizi residenziali per minori perché sono stati ridotti gli incontri con le famiglie d’origine e perché i più giovani faticano a capire di dover rispettare le regole imposte dall’epidemia.

 

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