Bollettino del 16 marzo: oltre 20mila positivi e 502 vittime in 24 ore

Secondo i dati del Ministero della Salute, di oggi 16 marzo, i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, sono 20.396 che portano il totale a 3.258.770. Ieri i casi erano stati 15.267. Sono 502 le vittime in un giorno, ieri erano 354, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 103.001.

I tamponi, tra molecolari e antigenici, effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 369.379. Ieri i test erano stati 179.015. Il tasso di positività scende al 5,5% mentre ieri quando era stato dell’8,5%.

Sono 3.256 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 99 più di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione, sono stati 319. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 26.098 persone, con un incremento nelle ultime 24 ore di 760 unità.

Occupazioni posti terapia intensiva al 16 marzo

Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva continua a crescere in tutto il paese.  Si attesta ora al 35%, segnando un aumento del 4% rispetto al 9 marzo, in cui si era superata la soglia critica del 30%.

Secondo i dati pubblicati dall’Agenas, sono 13 (2 in più rispetto al 9 marzo) le regioni che superano la soglia del 30%. Sono l’Abruzzo (40%), l’Emilia Romagna (49%), il Friuli Venezia Giulia (40%). Seguite dal Lazio (31%), la Lombardia (51%), le Marche (57%) e il Molise (51%). Inoltre c’è la Provincia autonoma di Bolzano (33%), la Provincia autonoma di Trento (53%), il Piemonte (44%), la Puglia (33%), la Toscana (40%) e l’Umbria (53%).

L’occupazione dei letti nei reparti di area non critica di pneumologia, malattie infettive e medicina generale è vicina alla soglia critica del 40%. : A livello nazionale è del 39%, registrando una crescita del 4% rispetto al 9 marzo.

Arrivano a 9 le regioni sopra la soglia del 40%, nei reparti di malattie infettive, pneumologia e medicina generale. Sono l’Abruzzo (46%), l’Emilia Romagna (53%), il Friuli Venezia Giulia (42%), la Lombardia (49%) e il Molise (46%). Seguono il Piemonte (53%), la Puglia (42%) e la Toscana (48%).

Alcune indicazioni di prevenzione

Il nuovo documento ‘Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione’, è stato realizzato da Inail con Iss, Ministero della Salute e Aifa. Si legge che a fronte della circolazione di varianti del virus SarsCov2, per il distanziamento fisico un metro rimane la distanza minima da adottare ma sarebbe opportuno aumentarla “fino a due metri, laddove possibile e specie in tutte le situazioni in cui venga rimossa la protezione respiratoria come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo”.

Inoltre la nota evidenzia: “Anche i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da SARS-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita”.

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