Framing Britney Spears. Il documentario del dolore infinito di Britney

Il New York Times ha realizzato IL documentario. “Framing Britney Spears” racconta la vita della reginetta del pop Britney Spears dal suo esordio al Mickey Mouse Show all’addio temporaneo, o definitivo, dalla scena musicale.

Tutto parte da quel lontano 2008 dove Britney ebbe, secondo i media di allora, il suo primo crollo emotivo. Il mondo ricorderà, per sempre, le immagini di lei che entra in un salone di parrucchieri e con un tagliacapelli elettrico si rasò la testa a zero. 

Da quel momento la sua vita cambierà. E per questi lunghissimi 13 anni sarà un calvario. 

La vita pubblica e personale di Britney Spears, già abbastanza spiattellata, diventerà l’argomento più trattato in questi anni. Tredici anni di storia, ma potrebbero essere molti di più quelli che contraddistinguono gli aspetti più personali della vita di Britney Spears.

Da quando il 12 febbraio è stato trasmesso negli Stati Uniti il documentario, è tornato in auge anche #FreeBritney, ossia il movimento che chiede la liberazione della popstar ostaggio del padre Jamie, suo tutore legale e amministratore del suo patrimonio;  Framing Britney Spears ha suscitato nel pubblico sentimenti contrastanti, alcuni critici si sono soffermati su quanto il documentario sia stato fedele alla ricostruzione minuziosa della vita di Britney, ragazzina della Louisiana diventata all’improvviso superstar internazionale. Altri hanno espresso perplessità su come i media dell’epoca si lasciassero andare a commenti inopportuni legati, soprattutto, alla vita sessuale e allo stato di verginità della Spears. E ha cominciato a sollevare dubbi anche su come la popstar sia stata trattata in tutto il corso della sua carriera, soprattutto alla luce degli attacchi misogini e delle domande invadenti dei giornalisti all’epoca della rottura con Justin Timberlake.

Per molti, tanti, il documentario diretto da Samantha Stark è un vero e proprio pugno allo stomaco.

Britney e la conservatorship

Potremmo sintetizzare l’attuale vita della pop star in poche parole: lei non è più libera. Suo padre Jamie è il tutore che ne amministra il patrimonio e ne influenza le scelte; dai concerti ai nuovi album. Fino ad arrivare all’educazione dei figli e alla scelta delle loro scuole. Una procedura riservata a soggetti non autosufficienti, incapaci di intendere e di volere e non ad una star mondiale con tour mondiali alle spalle o la più grande residency a Las Vegas. Britney non può guidare, fare una passeggiata autonomamente o usare i social senza che qualcuno la controlli e approvi i suoi post. 

Il documentario mostra una verità che non coincide con le dichiarazioni del suo entourage che ci tiene a “rassicurare” i fan sparsi nel mondo che il “padre parla di azioni doverose per il suo bene“.

Non mancano le macchinazioni contro e a favore di di Britney Spears. Soprattutto nei social; alcuni sostengono che la Spears mandi messaggi in codice su Instagram chiedendo aiuto attraverso la pubblicazione di emoticon a forma di rosa o utilizzando la parola “yellow” (giallo).

Fatto sta che ormai la cantante non è più padrona della sua vita. Contro il padre padrone si scagliano anche persone molto vicine a Britney; primo fra tutti uno dei figli della pop star che nei social ha attaccato il nonno e Sam Asghari, fidanzato della cantante da 4 anni, ha scritto in un post in merito al “suocero“: “Ora è importante che le persone capiscano che non ho alcun rispetto per qualcuno che cerca di controllare la nostra relazione e che crea continuamente ostacoli tra di noi. Secondo il mio pensiero, Jamie è un totale cogl***e. Non entrerò nei dettagli perché ho sempre rispettato la nostra privacy ma allo stesso tempo non sono venuto in questo Paese per non poter esprimere la mia opinione e libertà”.

Il mondo è vicino a lei

Il documentario è ormai virale; dalla sua mandata in onda in poche ore le persone che hanno visto il video hanno superato i 15 milioni di visualizzazioni.  Bisogna dire che negli anni la Spears è stata, se vogliamo dire così, abbandonata da colleghi e mondo della musica. Tranne una. La Regina ha combattuto e sostenuto sempre la sua Principessa; proprio colei che l’ha voluta nei video promozionali del suo tour: Madonna. Oggi, dopo che il documentario è stato trasmesso sono tantissimi le star della musica, del cinema e del web che stanno con Britney, ammettendo di aver ignorato la gravità di quello che stava succedendo a Britney. Cosi nei social è diventato virale l’hashtag #WeAreSorryBritney dove le star chiedo scusa alla Spears. 

In Italia non sono mancati i commenti dei fan della cantante che la seguono da anche 20 anni. Il dibattito è stato affrontato sul social Club House dove tantissimi fan si sono “incontrati” per parlare del documentario e della situazione di Britney. Colui che ha aperto la “room” dedicata, nel suo blog ha riassunto i pensieri dei fan:

L’aspetto condiviso da chi era presente al dibattito è che, se sei una donna, in queste dinamiche ci rimetti. La narrazione che viene fatta di tutta la vicenda, secondo me, è da apprezzare: per la prima volta vengono messi sul piatto due elementi finora trascurati: che rapporto c’è tra i media e la reputazione delle star? Ma soprattutto: dove inizia e dove finisce il lavoro del giornalista?”

Continua dichiarando: “Quando si tratta di personaggi famosi, si tende a spersonalizzare; crediamo che tutto quanto li riguardi, sia una specie di fiction, di realtà inventata. Di conseguenza abbiamo dato per scontato che Britney abbia dato la sua privacy in mano alla famiglia, agli agenti, in cambio del mestiere, del prestigio; del potere mediatico di cui godeva.” 

I fan, comprese le star mondiali come Miley Cyrus, Sarah Jessica Parker, Sam Smith, Vanessa Carlton, Khloe Kardashian, Chiara Ferragni, chiedono il ritorno di Britney Spears e il ritorno della sua libertà “rubata” da ormai 13 anni.

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