Challenge su i social media, le ragazze sono a maggior rischio

Secondo uno studio condotto dall’Istituto di Filologia di Pisa, ben 400 mila ragazzi in Italia, tra i 15 e i 19 anni, conoscono delle challenge sui social network. Soprattutto le ragazze che, secondo lo studio, passono più tempo su i social rispetto ai coetanei del sesso opposto

Il contesto delle challenge

Le mode e i meme proliferano molto velocemente sul web, raggiungendo in pochissimo tempo milioni di giovani e giovanissimi. Il contesto sociale della pandemia, porta i teenager digital residents a voler, sempre di più, misurare l’autostima attraverso le visualizzazioni. Questo è il contesto in cui si basano le challenge, sfide che gli utenti devono superare pubblicandole sui social network o sui forum online.

Il mondo del web è pieno di sfide. A partire da quelle innocue, come per esempio la Chubby bunny challenge.  Questa sfida consiste nel pronunciare “Chubby bunny” ogni volta che si mette un marshmellow in bocca, oppure la Water bottale flop challenge, divenuta celebre nel mondo del web grazie ai numerosi atleti che ci sono cimentati in questa sfida. Fino ad arrivare a quelle più estreme dove, come hanno riportato gli ultimi fatti di cronaca, si rischia la vita.

Le dichiarazioni di Sabrina Molinario

A dirigere lo studio ESPAD Italia è Sabrina Molinaro, che ha dichiarato: “Negli ultimi anni lo studio cui partecipa l’Istituto di fisiologia clinica del CNR ha visto crescere l’attività sui social media in tutta Europa: era il 78% dei sedicenni a passarvi regolarmente il tempo nel 2015 ed è il 94% nella rilevazione 2019”.

Sono in particolare le ragazze – continua la Molinario – a frequentare assiduamente i social network e più dei coetanei, a percepire il proprio uso come problematico. Se in media il 46% degli studenti europei, il 53% in Italia, ritiene di essere ad alto rischio di problemi legati all’uso dei social. Tra le ragazze tale percentuale sale al 54%, contro il 37% dei ragazzi, rispettivamente 62% e 44% i dati italiani“.

I partecipanti alla ricerca hanno compilato anche lo Short Problematic Internet Use Test. Un test di screening finalizzato all’individuazione di chi presenta un utilizzo di internet considerato a rischio di dipendenza. Dalle analisi è emerso che quasi il 10% degli studenti presenta un profilo di utilizzo a rischio. Le prevalenze maggiori si riscontrano tra le ragazze e tra i minorenni.

In particolare – conclude Molinario – questi studenti più spesso hanno sentito parlare delle challenge rispetto a quelli non a rischio e hanno riferito di conoscere persone che vi hanno partecipato e di aver ricevuto proposte di partecipazione. Le challenge sono un fenomeno rischioso, sfaccettato e di difficile interpretazione dal momento che molte sono nate con scopi benefici o come semplici giochi da fare in compagnia seppure a distanza”.

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