Com’è cambiato lo stile alimentare durante il Coronavirus?

Un’indagine condotta dall’Osservatorio Waste Watcher, della Campagna Spreco Zero condotta in sinergia con Unitec, ha registrato che, dopo il primo lockdown, 4 italiani su 10 hanno cambiato il loro stile alimentare .

I dati riportano che 6 italiani su 10 prediligono un regime nutrizionale ispirato alla dieta mediterranea, ritenuta più salutare, con cibi freschi, molta frutta e verdura, legumi e proteine prevalentemente vegetali. Il 43,5% degli intervistati a ammesso di aver acquistato più verdure fresche, invece, il 43,1% dichiara di aver comprato più frutta fresca.

La lunga reclusione nelle proprie abitazioni, causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, ha introdotto buone pratiche nella pianificazione dell’acquisto, gestione e fruizione del cibo, favorendo la prevenzione degli sprechi. Secondo il 58,6% degli intervistati, la maggiore disponibilità di tempo, favorita dallo smart working, permette agli italiani di dedicare più tempo alla cucina.

Andrea Segrè, Fondatore Last Minute Market, dichiara che: “Una dieta sostenibile dovrebbe garantire la sicurezza alimentare, promuovere stili di vita sani, evitare perdite e sprechi alimentari, contribuire alla riduzione degli impatti ambientali e al miglioramento del benessere delle generazioni attuali e future. La dieta mediterranea va appunto in questa direzione: la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari contribuisce a migliorare la sostenibilità dei sistemi e può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il raggiungimento di un sistema di produzione alimentare sostenibile e la riduzione dello spreco di cibo sono fondamentali per contrastare la malnutrizione e la sottoalimentazione di larghe fasce di donne e uomini sulla terra”.

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